ANNO A – IV DOMENICA DI AVVENTO
Is 7,10-14 | Sal 23 | Rm 1,1-7 | Mt 1,18-24
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
«Non sono d’accordo, non mi sento coinvolto, non mi riguarda…». Quante volte le obiezioni -magari legittime- si sollevano anche dentro la Chiesa per ribadire se stessi, il proprio punto di vista, i propri programmi e rivendicare l’opposizione, il disappunto, un’estraneità cordiale? Allora un sogno non convince, un angelo non ha autorità, Dio stesso sembra difettare di “ragioni” mentre le nostre considerazioni confermano con forza se stesse. In questa pagina evangelica, la garbata strategia letteraria del sogno si combina con l’elegante vergogna elaborata da Giuseppe: il silenzioso rifiuto si cambia così in accoglienza mite, appena il torpore cede il passo alla veglia. In questa domenica la Parola ci invita a destarci, a prendere coscienza che ciò che accade intorno a noi, ciò che succede, ciò che vive ci riguarda sempre! Prima ancora di venire alla luce il Signore conquista il suo primo “discepolo silenzioso”, perché per lui l’assurdità di Dio ha più peso del buonsenso degli uomini, perché le intenzioni di Chi lo espone alle proprie paure valgono più della protezione delle proprie certezze. San Giuseppe è -tra tutti- colui che prende parte alla storia della salvezza con la più delicata delle libertà, quella di chi si decide per un Bene che al momento sembra entrare in conflitto con il proprio.