ANNO A – I DOMENICA DI AVVENTO
Is 2,1-5 | Sal 121 | Rm 13,11-14a | Mt 24,37-44
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Le parole che chiudono la piccola apocalisse di Matteo aprono lโAvvento del nuovo Anno liturgico con uno scopo preciso: richiamare allโattenzione che lโattesa, in questo tempo di fede, non riguarda lโavvicinarsi del 25 dicembre; non riguarda il Natale delle tradizioni, del passato, degli archivi o delle archeologie. La ยซvenuta del Figlio dellโUomoยป รจ evento di novitร , รจ alle porte, รจ improvviso ed ha effetti profondi sullโesistenza, non sbiadisce nella ripetizione di un tempo sempre uguale a se stesso e non diventerร mai un ricordo, perchรฉ vive per sempre oggi. Questo annuncio รจ il respiro stesso, la vita di credenti in unโallerta permanente, unโesistenza sempre pronta a vibrare non come preda di catastrofi imminenti o di uccellacci di malaugurio, di giudizio, di condanna, ma come appuntamento di bellezza, come dono di bontร , come inno di libertร , come fonte di gioia da condividere, come frutto dโAmore di un Dio che non รจ mai di ieri. Il Signore stesso ci ricorda che la speranza non ha scadenze, che il perdono non arriva mai troppo tardi, che la salvezza รจ a portata di mano, che la vita -anche la piรน misera- non finisce, che la gloria pose in mezzo a noi la sua dimora e da allora resta con noi ยซfino alla fine del mondoยป. Come Lui sono i suoi discepoli: restano e nulla li potrร portare via.
