ANNO C – XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Dt 30,10-14 | Sal 18 | Col 1,15-20 | Lc 10,25-37

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

«Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”». La parabola del buon samaritano è una delle più conosciute e nasce dall’esigenza di bloccare sul nascere una strategia molto diffusa: quella di aggirare, intorbidire, confondere e neutralizzare la Parola di Dio. Non stupisce il fatto che il tentativo di depistaggio avvenga proprio ad opera di un dottore della legge: non conosciamo forse anche noi il detto «fatta la legge, trovato l’inganno»? Infatti bisogna essere abili ed esperti per trovare ogni volta, su ogni argomento, di fronte a un’occasione nuova, scorciatoie sempre diverse per disinnescare la forza del Vangelo e riuscire magari a mantenere un contegno da inossidabili “credenti”. «Io perdono, però… io obbedisco, però… io capisco, però… io vorrei, però…». Ammettiamolo: la parola però è diventata il “santo” più invocato di tutta la cristianità! E non è un caso che la parola giustificazione non abbia, nella sua accezione corrente, alcun legame con l’altissimo significato che ha nella Bibbia: il però è impermeabile alla Grazia e si traveste da giustificazione, perché il sacerdote DEVE raggiungere Gerusalemme, il levita NON PUÒ rendersi impuro… solo chi non si fa “dottore”, chi non si nasconde dietro la maschera della “legge” può esprimere la libertà d’amore che Dio mostra e richiede.

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