ANNO C – III DOMENICA DI PASQUA
At 5,27-32.40-41 | Sal 29 | Ap 5,11-14 | Gv 21,1-19
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Ripetere le stesse frasi è una possibilità che si verifica spesso di fronte al desiderio o alla necessità di chiarire meglio a noi stessi o a chi ci ascolta i pensieri e i sentimenti che vogliamo condividere, spontaneamente o anche stimolati. Tornano alla mente gli anni degli studi, quando ripetere era uno strumento utile a memorizzare, oppure i confronti su argomenti dubbi che impongono di ribadire ciò che è stato già detto. E gli scontri veri e propri, quando i rapporti si fanno ostili e le parole diventano difficili: “Ripetilo, se hai il coraggio!”. Nella pagina del Vangelo di oggi, qual è il motivo dell’insistenza del domandare di Gesù a Pietro “mi ami”? Qui non è questione di concetti, non siamo nel terreno arido dello scetticismo, nemmeno a un passo da un conflitto… e se il Risorto, oltre a mangiare come tutti gli uomini, volesse comunicarci anche il suo “bisogno” di sapersi amato? “Dimmelo ancora!“. Davvero il Risorto mostrerebbe un’umanità veramente piena, svelata nel desiderio più profondo, autentico e condiviso da ogni essere umano. E come Maestro, dall’interno della Pasqua compiuta, ci consegna, ribadendolo, il suo insegnamento più importante: “che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi” (Gv 15,12) unito ad una piccola aggiunta: con lo stesso amore con cui anche noi sappiamo di amare Lui.
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