ANNO C – III DOMENICA DI QUARESIMA
Es 3,1-8.13-15 | Sal 102 | 1Cor 10,1-6.10-12 | Lc 13,1-9
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Questa domenica potremmo dire che apprendere con chiarezza la “misura” con cui Dio si rapporta agli uomini è la sfida di sempre per ogni cristiano: esistono limiti accettabili -umani!- entro cui “comprendere” amore, perdono, verità? Siamo ancora una volta chiamati a confrontarci con un’infaticabile verifica della “quantità” di Dio e del prossimo nella nostra vita. Da quella “misura” dipende la credibilità dell’adesione al Vangelo: “quanto il cielo è alto sulla terra” è grande l’amore di Dio verso l’uomo; di giorno in giorno la sua pazienza si adopera per venire incontro alla nostra inadeguatezza; “senza consumarsi” ha stabilito la sua ardente presenza tra le nostre vicende… E noi? Forse con troppe protezioni, senza frutti dignitosi, inconsapevolmente caduti abbiamo attraversato -giorno dopo giorno- il nostro stesso percorso di fede, indifferenti o sordi al continuo richiamo alla conversione che è il seguire Cristo. Con mormorazioni e giudizi affilati, con continue richieste di garanzia o comodi rinvii, il “cristiano sterile” tenta di mettere alla prova un Dio “lento all’ira e grande nell’amore”. Chi “sta in piedi”, chi è “scalzo”, chi ha a cuore la “vigna” deve contribuire a dilatare ulteriormente il volto di Dio nella propria e altrui vita: perché il nostro “metro” ci giudicherà.
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