ANNO C – VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Ger 17,5-8 | Sal 1 | 1Cor 15,12.16-20 | Lc 6,17.20-26

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

Una pianta nasce e cresce rigogliosa vicino a un corso d’acqua: nessuno che abbia un po’ di buon senso preferirebbe essere paragonato al “tamarisco nella steppa”. Fuori dai simboli, in cosa possiamo identificare il “corso d’acqua” a garanzia di una vita sicura, lontana dai rischi, a prova di danni? Sarebbe stupendo poter trovare soluzioni definitive contro povertà, malattie, dolore o solitudini, scoprendo una “pietra filosofale” capace di cancellare ogni problema: oro, conoscenza e vita senza fine. Per secoli, questa ricerca è stata l’assillo di alchimisti, filosofi o scienziati, ma senza risultati. Il testo delle Beatitudini è molto più realista e prova a darci ancora oggi un’indicazione: pensiamo che le risposte siano soldi, piacere o successo? “Guai” in vista! I ricchi, gli spensierati, i famosi sono a rischio, perché facili a cadere nell’inganno che la felicità sia in un portafogli traboccante, una pancia piena, nel successo dei consensi. La proposta evangelica, quasi irritante per la modernità, è di andare a lezione dai poveri, dai sofferenti, dai disprezzati e chiedere loro se abbia un senso la vita. Hanno trovato una “sorgente” più profonda delle miniere, “ruscelli” più freschi del desiderio, “acque” più limpide delle promesse umane? Se sono discepoli di Gesù, hanno sicuramente qualcosa di prezioso da insegnarci.

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