Una porta che non cigola

24 Agosto 2019 | 1300 battute

ANNO C – XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Is 66,18b-21 | Sal 116 | Eb 12,5-7.11-13 | Lc 13,22-30

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

L’abitudine ci ha portati a leggere con superficialità le parole più forti di Gesù, riducendole ad un attacco al peccato (degli altri!) e semplificandoci la vita con questo-si-può-farequello-non-si-deve-fare. La frase «voi non so di dove siete» potrebbe aiutarci a prendere le distanze da questo impoverimento: il Vangelo non è un elenco di strategie esecutive, non è un manuale di istruzioni tecniche contro l’ansia da prestazione del pio praticante! Lo sforzo che la «porta stretta» chiede non è certamente quello cui erano abituati i contemporanei del Signore, concentrati sull’obiettivo di mettere al sicuro se stessi nel vano tentativo di contrattare con Dio la propria salvezza, con sacrifici, voti, offerte… o per noi oggi di imbonire il Salvatore con festeggiamenti o concessione di spazi. Aver «mangiato e bevuto» in sua presenza o concedergli di insegnare «nelle nostre piazze» non ha peso di fronte al «padrone di casa». Il Figlio di Dio non è venuto nel mondo per venderesvendere o contrattare, ma per offrirecondividere l’Amore del Padre. Questa proposta non ha più nulla a che vedere con le sole osservanze esteriori: la porta stretta è una ferita nel costato che porta dritto al cuore e si apre con l’amore incondizionato, con il perdono aldilà di qualsiasi ingiustizia… vi si accede «da oriente e da occidente» e non cigola come la porta di una vecchia sagrestia.

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