L’amore non ha padroni

10 Agosto 2019 | 1300 battute

ANNO C – XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Sap 18,3.6-9 | Sal 32 | Eb 11,1-2.8-19 | Lc 12,35-40

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

Servo e padrone sono parole che, prese da sole, non ci aiutano ad entrare nella logica che la pagina del Vangelo presenta in questa domenica. Nel linguaggio odierno, servopadrone hanno un’accezione giustamente negativa, risultato di tanti secoli di lotta per la libertà ed i diritti universali. Se non si tenesse bene a mente quale significato riveste il verbo servire all’interno del messaggio cristiano, gli esempi che l’Evangelista riporta trascinerebbero tutto verso il disastro: l’elemosina sarebbe un sacrificio forzato, il ritorno improvviso una fonte di ansia inesauribile, la veglia prolungata il prezzo da pagare per evitare severe punizioni e il padrone un’entità potente e da temere. Ma proprio con l’invito a «non temere» Gesù inizia a parlare ai suoi: se il servo è colui che sta in mezzo agli altri per amore -proprio come il Signore!-, allora tutti gli esempi si accendono di una luce completamente diversa e positiva, tranne il caso del servo infedele. Solo la fedeltà a tutto l’insegnamento e alla vita di Gesù ci permette di andare oltre il senso delle singole parole e di accedere ad una Parola più grande, ad un senso più grande. In definitiva: chi sa di aver ricevuto molto amore ha la possibilità di amare con la stessa misura, anzi di più! E così, a un certo punto, anche il padrone amato non disdegna di diventare servo.

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