Il saluto dell’Arcivescovo agli studenti, ai docenti e ai collaboratori dell’Istituto di Scienze Religiose 

20 Maggio 2025 | News, primo piano

Nel cuore di giornate dense e significative, nella conclusione del ministero episcopale nella Chiesa Turritana, le pomeriggio di lunedì 19 maggio, l’Arcivescovo Gian Franco ha voluto condividere un momento di riflessione e di ringraziamento, insieme alla comunità dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Sassari/Tempio-Ampurias, esprimendo la propria gratitudine per il cammino compiuto insieme a studenti, docenti, collaboratori e istituzioni partner. Fulcro dell’incontro è stata la Celebrazione Eucaristica nella chiesa della Beata Vergine del Carmelo a Sassari.

Nel corso del suo intervento, in un clima segnato anche dal passaggio di consegne nella direzione dell’Istituto, l’Arcivescovo ha invitato tutti a rinnovare lo sguardo sul valore della formazione teologica come esperienza profondamente ecclesiale e spirituale. «La cultura è come una palestra nella quale ci si affida ad un esercizio di apprendimento che in questo caso ha un bravo istruttore, una buona guida, che è proprio lo Spirito Santo», ha detto, ricordando che lo studio, se vissuto come autentico discepolato, conduce all’incontro con Cristo.

Uno studio, quindi, non ridotto a mero nozionismo o funzionalismo, ma capace di coniugare rigore razionale e apertura contemplativa, in un dinamismo di fede che coinvolge tutta la persona: «Saper coniugare la dimensione della ricerca dello studio, razionale, con la dimensione contemplativa. Le due dimensioni non si escludono, si completano».

La teologia, ha aggiunto, non può essere sterile: «Una teologia che ci dovesse lasciare così come ci ha trovati dopo averla studiata non sarebbe una teologia cristiana». Lo studio della teologia è invece cammino trasformativo, chiamato a generare “l’uomo nuovo” attraverso la vita dello Spirito.

Nel contesto di questo percorso, il tema della sinodalità è stato fortemente sottolineato, non come semplice metodo organizzativo, ma come forma ecclesiale profonda, fatta di corresponsabilità e di realismo: «La sinodalità non si improvvisa. […] Tutte queste cose richiedono la consapevolezza dei processi realistici che passano attraverso il pregio nostro […] ma anche attraverso il limite di ciascuno di noi».

In questa visione, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose è chiamato a essere uno spazio generativo, luogo di ascolto e di apertura, capace di dialogare con le domande della storia e con la vita concreta delle persone. «Nelle scienze religiose la vera vocazione è quella di far crescere la creatura umana, di allargare gli orizzonti della nostra esistenza […]; è una chiamata all’ascolto, un dinamismo della fede che ci mette in cammino».

Infine, l’Arcivescovo ha ribadito il valore della complementarietà tra le istituzioni culturali ecclesiali, nel rispetto delle rispettive identità, ma unite dalla stessa missione: «Questi centri non sono in contrapposizione, sono centri complementari […]. Il sinodo questi anni ci ha parlato di tavoli e di cantieri».

Con gratitudine e fiducia, la comunità accademica dell’Istituto guarda al futuro, accogliendo il mandato del nuovo direttore, don Alessandro Cossu, e del vice direttore don Pietro Ventura, sotto la guida dello Spirito, perché la formazione teologica continui a essere fonte di vita nuova e servizio alla Chiesa.

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