Visita pastorale: a Sassari, nella parrocchia San Francesco d’Assisi, Celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Gian Franco 

12 Gennaio 2025 | News, primo piano, Visita pastorale

Domenica 12 gennaio l’arcivescovo Gian Franco, in occasione della Visita pastorale in città, ha presieduto la Celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi.

Nell’omelia, rivolgendosi ai ragazzi presenti, l’Arcivescovo ha detto:

«Oggi il Vangelo ci ricorda la festa del Battesimo di Gesù. Gesù si reca in un luogo importante, il fiume Giordano, dove si trova un’altra persona, Giovanni il Battista, che stava amministrando il battesimo. Ma, a un certo punto, che cosa accade? C’era tantagente. Gesù compie allora un gesto significativo: quello di stare vicino a tutti. Il primo messaggio che oggi Gesù ci vuole trasmettere è che Lui è vicino a tutti, a ciascuno di noi, e non soltanto qui, nella parrocchia di San Francesco a Sassari, ma in tutto il mondo.

Poco fa ho ascoltato, mentre il parroco presentava l’inizio della Visita pastorale, che avete partecipato a un’attività di cineforum importante, in cui si è parlato di altre culture, giusto? Di persone, quindi, che hanno tradizioni diverse dalle nostre. Gesù ci dice che è venuto non solo per noi, ma anche per gli altri. Il messaggio che oggi Gesù ci vuole trasmettere è che Lui è vicino a tutti, a ciascuno di noi, e non soltanto qui, nella parrocchia di San Francesco a Sassari, ma in tutto il mondo.

Capita anche nella vita quotidiana: una cosa è ricevere la visita di qualcuno che suona il campanello di casa ma non ci incontra davvero, un’altra cosa è accogliere qualcuno che viene con la reale volontà di incontrarci.

Ecco, Gesù viene davvero a visitarci, è venuto a dirci che ci vuole davvero tanto bene. Questo è bellissimo. La Visita pastorale, guardate, ha essenzialmente questo scopo principale: ricordare a tutti noi che Gesù è venuto in mezzo a noi, vive in mezzo a noi, e che questa è la missione della Chiesa. La Chiesa è chiamata a ricordarci che Gesù ama tutti e desidera incontrarci, incontrare ciascuno di noi.

Vedete quanto è importante la differenza tra qualcuno che suona il campanello solo per scherzare e qualcuno che invece viene per trovarci, per dirci che ci vuole bene? Tra un incontro autentico e uno fatto solo per caso, è tutta un’altra storia, tutta un’altra cosa.

Ecco, vedete, Gesù è andato proprio in quel luogo dove tante persone si recavano. L’Evangelista parla di una “folla”. In quel contesto, Giovanni il Battista dice: “Guardate, io sono qui per annunciarvi che Dio perdona i peccati, che Dio vi vuole bene. Ma quello che faccio io, rispetto a tutto questo, è molto poco. C’è qualcuno che viene dopo di me, qualcuno che sta arrivando qui, che vi mostrerà davvero cos’è l’amore di Dio.”

Dio vi vuole bene, e come ho detto, c’è un’immagine che il Vangelo oggi ci presenta: “i cieli si aprono”. Ed è davvero una cosa bella.

“Guardate, è lui quello che voi state aspettando”, cioè l’amore di Dio. In fondo, che cosa aspettiamo noi? Un Dio che ci ama. Ecco, credo che dobbiamo mantenere vivo questo messaggio.

Questo annuncio è stato dato a ciascuno di noi un giorno, quando eravamo ancora piccoli: il giorno in cui abbiamo ricevuto il Battesimo. Probabilmente nessuno di voi ricorda quel giorno, vero? Ma i vostri genitori ve ne hanno parlato. E sapete cosa hanno fatto i vostri genitori? Hanno fatto un po’ quello che ha fatto Giovanni Battista: vi hanno fatto il dono di conoscere e avvicinarvi a Gesù.

Ricordare il Battesimo, come diceva il parroco, non è un atto notarile o un semplice dato anagrafico, ma significa ricordare un dono che ci è stato fatto. È un invito, una proposta. Quando si èpiccolini, si cammina con i passi dei bambini, ma man mano che si cresce si è chiamati a prendere il passo di chi diventa adulto, di chi cresce. Ecco, questa è la missione della Chiesa, ed è anche la prima missione affidata alla famiglia. La Chiesa affida questa missione alla famiglia, che non è soltanto destinataria, ma anche custode di questo grande dono.

Far conoscere l’amore di Gesù, il fatto che Lui è venuto incontro a tutti noi, non solo a qualcuno, ma a una folla, a tutti, nella pluralità e nella molteplicità, è fondamentale. La missione della Chiesa, in fondo, è proprio questa: indicare l’amore di Dio per l’umanità, renderlo presente e farlo sperimentare. Non si tratta semplicemente di un’azione di Caritas, di un po’ di elemosina o di aiuto materiale; è molto di più. È scoprire che Dio mi vuole bene, che mi ha amato profondamente. Davanti a noi c’è un’immagine, in alto, che ci ricorda qual è la misura dell’amore di Gesù. Qual è stata? Fino alla morte, e poi oltre la morte, con la risurrezione.Con Gesù, le cose finiscono sempre bene. È vero, nella vita si attraversano difficoltà e sofferenze, ma alla fine, va sempre bene con Gesù.

Lui ci ama. Questo messaggio, forse, è ciò di cui l’umanità, le persone, tutti noi, abbiamo più bisogno oggi. Come anche le azioni pastorali di una parrocchia. Ma che cosa significa essere parrocchia? Prendere consapevolezza, per riflettere e agire. Ecco, questo è il desiderio della Visita pastorale: aiutare tutti noi a riscoprire e vivere questo amore di Dio nella realtà del nostro tempo».

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