Sassari scioglie il Voto alla Madonna delle Grazie

27 Maggio 2025 | News, primo piano

Domenica 25 maggio, l’Arcivescovo Gian Franco ha presieduto in Piazza d’Italia a Sassari la Celebrazione Eucaristica in occasione dell’83ª Festa del Voto alla Madonna delle Grazie.

Foto di Angelo Balestrieri

Di seguito si riporta l’omelia pronunciata dall’Arcivescovo:

<< Cari fratelli e sorelle, distinte Autorità,

Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli tutti.

Così la liturgia odierna del tempo pasquale ci invita a pregare con il Salmo responsoriale. Maria, Madre di Dio, della quale oggi, come Chiesa turritana, facciamo memoria sotto il titolo di Vergine delle Grazie e Signora della nostra Città, è la voce più eloquente della discepola del Signore che ha cantato le lodi di Dio. Nella sua bocca e nelle sue scelte risuonano perfettamente queste parole: “Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli tutti.

Fin dal primo istante della chiamata, Maria apre il cuore e la bocca alla lode di Dio: “L’anima mia magnifica il Signore.”

È proprio in compagnia di Maria che oggi, insieme a voi, cari fratelli e sorelle, mentre saluto l’amata Chiesa turritana, desidero esprimere parole semplici, nel linguaggio della gratitudine e della lode. Sant’Agostino ci ricorda che chi si apre alla lode e al ringraziamento usa il linguaggio dell’amore.

Nel 2017 iniziai il mio cammino con voi, sostando in preghiera al Santuario delle Grazie, ricevendo poi il primo saluto dei giovani e l’accoglienza qui, in Piazza d’Italia, prima di entrare nella Chiesa Cattedrale. Oggi, provvidenzialmente e senza particolari strategie organizzative, lo Spirito Santo ha voluto che ci ritrovassimo ancora una volta qui, insieme, in compagnia di Maria, prima della mia partenza per servire la Chiesa dell’Ordinariato Militare per l’Italia.

Celebriamo oggi anche la Terza Giornata Diocesana della Pace, da me istituita nel 2022, in memoria del voto espresso dal venerato predecessore Mons. Arcangelo Mazzotti, dal clero e dalla città nel tempo della guerra. Nel 2023, in occasione della Festa del Voto, l’amato Papa Francesco volle onorarci con un messaggio, invitandoci a prenderci cura delle radici della fede in modo rigenerativo.

Oggi, Papa Leone ci introduce tutti – e me, in modo speciale – a un ministero di riconciliazione, di pace, di costruzione di ponti tra popoli, culture e religioni. Quel voto del 1943 è ancora attuale e carico di significato.

La compagnia di Maria non ci distoglie dal tenere fisso lo sguardo su Dio, anzi: lo orienta e lo fonda in Lui. Maria, nel suo pellegrinaggio, apre all’incontro con Dio, lo canta come Colui che ha posato lo sguardo sulla sua umiltà e sull’umanità intera. Lo Spirito Santo, come fuoco divino, ha infiammato la sua mente e santificato la sua carne; tutta la sua vita è stata adombrata dalla grazia dello Spirito.

In questa prospettiva desidero rileggere il dono della chiamata e i doni di grazia che abbiamo condiviso insieme in questi anni come Chiesa, camminando insieme. Oggi, infatti, non parlo da solo, ma con la Chiesa, e con essa esprimo la mia gratitudine. Presbiteri e laici insieme, celebriamo l’Eucaristia, rendendo lode a Colui che è sorgente di ogni dono perfetto. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a Te, Padre onnipotente.

Questa sera, con Cristo, santificati dallo Spirito, eleviamo al Padre il nostro Magnificat, la nostra lode e la nostra offerta. Maria ci educa ad avere uno sguardo più alto sulla realtà. La sua benedizione non è autoreferenziale: è la donna aperta all’iniziativa di Dio. Nella sua lode non prevale la logica del merito, ma quella della gratuità.

Il voto – la teologia del voto, la spiritualità del voto – esprime proprio questa dimensione della gratuità assoluta di Dio. In Maria troviamo lo stile del discepolo missionario, la cui forza non sta nel calcolo, ma nell’accoglienza.

Il Vangelo ci ha parlato della promessa dello Spirito fatta da Gesù risorto ai suoi discepoli: “Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà ciò che io vi ho detto.” È un bel modo di congedarsi. Perché non leghiamo le persone a noi, né le opere, né i progetti, ma tutto è rimesso e rimandato a Dio.

Questa mattina, nella preghiera, Papa Leone ci ha ricordato che nel cammino non siamo mai soli. Cristo è presente in mezzo a noi con il dono della sua pace e della sua gioia. È Dio stesso che orienta la volontà degli uomini. Sant’Agostino insegna che è il Signore ad avere in mano i nostri cuori. Per questo la Chiesa prega, non per convenienza, ma perché riconosce che non può darsi da sé i doni della fede.

Questa sera, chiediamo a Maria che lo Spirito Santo afferri i nostri cuori, li rivolga a Dio, perché possiamo ricevere i doni della fede. E preghiamo anche per colui che il Santo Padre sceglierà come nuovo pastore della Chiesa turritana.

In questi anni ho potuto toccare con mano la grazia e la gratuità dei doni di Dio, percorrendo il tessuto vitale della nostra Chiesa. Penso, in particolare, all’avvio dei lavori per dare un volto locale all’Evangelii Gaudium, alla visita pastorale, al processo sinodale e ai diversi percorsi ricordati dal decano del Capitolo e da altri rappresentanti. Questa è la testimonianza che desidero lasciare: Cristo Risorto è davvero in mezzo a noi, e lo Spirito è all’opera.

Abbiamo cercato di attivare processi, promuovere il dialogo tra la soglia e il focolare, costruire cantieri di ascolto, rigenerare una cultura dell’incontro, visitando le nostre comunità con occhi di fede.

Ho riconosciuto le tracce di una grande santità sociale custodita dalla Chiesa turritana. Mi auguro che le cause di canonizzazione in corso possano giungere presto a buon fine, come segno luminoso di persone che, nel silenzio e nella vita ordinaria, hanno vissuto il Vangelo con umiltà.

Con voi, carissimi Presbiteri e Diaconi, ho già avuto modo di condividere diversi momenti di saluto e di incontro, personali e comunitari. In particolare, ricordo con gratitudine l’ultimo ritiro spirituale vissuto insieme sulla tomba dei Protomartiri a Porto Torres, culla della nostra Chiesa.

Affido me stesso e affido voi a Maria, Madre delle Grazie. Affido il nostro Seminario diocesano – oggi ripensato come campus di orientamento alle scelte di vita – il nostro Centro Pastorale, la Fondazione Accademia “Casa di Popoli, Culture e Religioni” e il Campus Interculturale che raccoglie il prezioso patrimonio del Collegium Mazzotti.

Infine, un pensiero particolare lo rivolgo al tessuto sociale e alle istituzioni civili e accademiche del nostro territorio. Lo esprimo alla luce delle parole tratte dalla seconda lettura, dall’Apocalisse:

Mi mostrò la città santa, Gerusalemme, scendere dal cielo… La città non ha bisogno della luce del sole né della luce della luna: la sua lampada è l’Agnello.

Queste immagini ci aiutano a comprendere che la vera città e il vero tempio sono la creatura umana. È lì che risplende la bellezza di Dio. La vocazione della città è l’amore, ed essa ha un volto universale.

La città di cui parla l’Apocalisse non è frutto di un atto magico: è il risultato di un cammino di dedizione, di costruzione, di impegno. È sistemata, edificata, adornata: una città rigenerata dall’interno, riconciliata, una città che non chiuderà le porte a nessuno.

E avanti, Forza Paris! >>

Al termine della Celebrazione Eucaristica, ha avuto luogo la tradizionale processione con il simulacro della Madonna delle Grazie verso il Santuario di San Pietro in Silki per lo scioglimento del voto.

Foto di Angelo Balestrieri

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