Mercoledì 21 maggio, nella sala Mons. Isgrò dell’episcopio, l’Arcivescovo Gian Franco ha incontrato i suoi più stretti collaboratori della Curia, del Centro pastorale e della Fondazione Accademia, in un momento di preghiera e di commiato, in vista dell’inizio del nuovo ministero episcopale presso l’Ordinariato militare per l’Italia, dopo che domenica pomeriggio avrà salutato l’intera diocesi turritana.
L’incontro, segnato da intensa partecipazione e commozione, è stato occasione per esprimere il ringraziamento per quasi otto anni di servizio pastorale condiviso, vissuti nel segno della sinodalità, della corresponsabilità e della dedizione al bene comune della Chiesa locale.
Di seguito si riportano alcuni passaggi dell’intervento dell’Arcivescovo:
“Non è facile per me vivere questo momento di passaggio. Finché si è presi dagli impegni quotidiani, l’emozione resta contenuta. Ma stamattina, guardando il calendario, ho percepito con forza l’intensità affettiva di questo saluto. È un’emozione che nasce da un legame profondo con ciascuno di voi e con la nostra bella diocesi di Sassari.
Quando mi fu affidato questo ministero, giunsi qui con uno spirito sponsale: ho ‘sposato’ questa Chiesa, assumendone la vita, i volti, le sfide. E oggi, mentre mi preparo ad accogliere il nuovo incarico, avverto ancora di più quanto abbiamo condiviso e costruito insieme, con dedizione e fiducia reciproca. Abbiamo camminato fianco a fianco, non senza fatiche, ma sempre con l’intento di servire il Vangelo e far crescere una Chiesa più sinodale, aperta, missionaria.
Porto con me il vostro affetto, le vostre parole, il vostro impegno quotidiano che ha superato ogni logica di mera efficienza per diventare testimonianza concreta di gratuità e corresponsabilità ecclesiale. Vi ringrazio per aver creduto nel cambiamento, per aver affrontato con coraggio nuovi paradigmi, per essere stati parte viva di un processo di rinnovamento pastorale e amministrativo.
Il Signore ci guida nel cammino. Anche ora, se mi viene chiesto di servire altrove, credo con tutto il cuore che questo sia parte del disegno di Dio. Le opere del Signore non si fermano: vanno avanti, perché è Lui che le conduce. Noi siamo strumenti, chiamati a scomparire quando il compito è stato compiuto, come ci ha insegnato Papa Leone XIV.
Affido la nostra Chiesa turritana al nuovo Pastore che verrà. A lui vi chiedo di offrire il vostro servizio con lo stesso entusiasmo, con spirito di accoglienza e fedeltà. È così che la Chiesa cresce: nella comunione, nella disponibilità, nell’apertura all’altro. L’amicizia, però, non finisce con un nuovo incarico. Resta la fraternità, resta la gratitudine, resta la memoria condivisa. Continuiamo a camminare nello Spirito, con lo sguardo rivolto a Cristo”.



