Veglia Pasquale nella Notte Santa

20 Aprile 2025 | News, primo piano, vescovo

Nella Cattedrale di San Nicola, a Sassari, l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto la solenne Veglia Pasquale nella Notte Santa. «La Pasqua è annuncio di vita, non solo della vita eterna e della risurrezione, ma anche del senso profondo della nostra esistenza terrena», ha ricordato l’Arcivescovo, rivolgendosi ai fedeli.

Di seguito si riporta il testo dell’omelia dell’Arcivescovo Gian Franco:

«La Pasqua ci ricorda che Dio accompagna l’umanità lungo la storia e si prende cura di essa. Lo fa svelando il suo volto, facendosi conoscere, instaurando un rapporto di alleanza, accompagnando l’umanità nel suo cammino, anche quando essa vacilla.

La Veglia Pasquale ci aiuta a leggere la storia umana con gli occhi rivolti all’eternità, al mistero di Dio, a Colui che è l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine. Dio ha eletto e scelto il popolo di Israele come segno del popolo della grazia, ma, progressivamente, ha inviato messaggeri del suo amore per invitare tutta l’umanità a diventare il monte sul quale il Signore raduna i poveri di tutta la terra.

Questa sera comprendiamo che la nostra vita non è un vagabondare, anche se talvolta attraversa esperienze di smarrimento. Essa è guidata dal Signore. L’Anno Santo che celebriamo ci parla della speranza: non un tema astratto, ma il mistero profondo dell’essere pellegrini di speranza.

La Pasqua ci aiuta a riconoscere la nostra vocazione: essere amati da Dio. Questo è il primo messaggio pasquale: la Pasqua è annuncio di vita. Non solo della vita eterna e della risurrezione, ma anche del senso profondo della nostra esistenza terrena. Oggi fatichiamo a trovare fondamenti che non siano gestibili dall’intelligenza umana o dalle sue strumentazioni tecniche e scientifiche. Pensiamo che la vita sia totalmente nelle mani dell’essere umano. Ma essa ci è affidata, ci è donata, perché possiamo diventarne custodi, artigiani e generatori.

Questo mistero ci apre anche al nostro fine ultimo: la risurrezione dei corpi, già annunciata nel mistero di Cristo, che trova il suo pieno compimento nella chiamata a condividere l’eternità con Lui.In Gesù di Nazareth, Verbo di Dio fatto carne, e nel mistero della sua passione e morte, Egli è disceso agli inferi ed è risorto a vita nuova, portando con sé questo annuncio. Questo è per noi luce.All’inizio della Veglia abbiamo camminato uscendo dalle tenebre, seguendo il cero pasquale. All’acclamazione: “Lumen Christi – Cristo luce del mondo”, abbiamo risposto con un grazie pieno di fede, intraprendendo un cammino alla sequela di Cristo e rinnovando il nostro impegno a vivere con Lui e in Lui. Per questo, tra tutte le veglie, quella di Pasqua è la “Madre di tutte le veglie”. Fin dall’antichità, nella notte pasquale, la Chiesa generava nuovi figli attraverso il battesimo.

Questa notte anche Francesco completa il suo cammino di iniziazione cristiana: si accosta per la prima volta al banchetto dell’Eucaristia e riceve il sigillo dello Spirito Santo nel sacramento della Confermazione. Questi non sono segni esteriori, ma segni generativi, segni di vita.

Il Signore ci conceda di essere una Chiesa che annuncia sempre la speranza della vita nuova, in una cultura in cui, spesso, la vita è minacciata dalla morte: sia nelle sue fasi iniziali, sia nelle sue stagioni più mature, quando ogni persona deve ricevere rispetto e attenzione per la dignità che porta con sé, qualunque sia la sua lingua, la sua etnia, la sua condizione o identità umana. La Madre di tutte le Veglie ci invita a essere segno visibile di una Chiesa Madre, nella quale si manifesta anche la paternità e la maternità di Dio».

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