Domenica 16 febbraio, al termine dell’incontro con le realtà caritative della parrocchia, l’Arcivescovo Gian Franco ha condiviso il pranzo con gli ospiti della mensa e i sacerdoti delle parrocchie coinvolte nella Visita pastorale.
Questa la testimonianza di un volontario:
«La mensa è una realtà che attira molti volontari, non solo dalla parrocchia, ma anche dai paesi vicini, oltre che dalle altre parrocchie della città e dai gruppi che, in vario modo, fanno riferimento alla parrocchia stessa. Ogni domenica si alternano gruppi provenienti da Sennori, Ploaghe, Torralba e Thiesi. Inoltre, vi partecipano diversi gruppi: oggi, ad esempio, è il turno dei giovani di Comunione e Liberazione.
È bello vedere come la mensa sia un centro di aggregazione per volontari impegnati in un servizio che nasce dalla parrocchia e che, proprio attraverso di essa, desidera avvicinare anche i poveri alla comunità parrocchiale. Siamo un punto di riferimento, e questo ci rende felici, perché ci sentiamo in sintonia con il carisma vincenziano, che, sotto la guida delle Figlie della Carità, ci ha spinti a rendere questo servizio sempre più efficiente.
La mensa è una realtà importante, e l’Arcivescovo ha già avuto modo di constatarlo di persona. Ricordo un episodio che ancora oggi mi commuove e che custodisco con piacere nel cuore. Durante la pandemia da Covid, la città era deserta, e il Vescovo si recò in mensa; davanti alla porta recitò l’Ave Maria, e tutti i poveri in attesa si raccolsero attorno a lui, pregando insieme a lui. Fu una scena toccante, perché i poveri si sentirono davvero uniti al Vescovo: un ricordo che mi ha profondamente colpito e che porterò sempre con me».
«La mensa è una realtà che attira tanti volontari non solo della parrocchia ma addirittura anche dei paesi vicini, oltre che dalle altre parrocchie e dagli altri gruppi che comunque alla parrocchia fanno riferimento. Ogni domenica si alternano dei gruppi che vengono da Sennori, Ploaghe, Torralba, Thiesi. Ci sono poi vari gruppi, oggi ad esempio tocca a quello dei giovani di Comunione e Liberazione. È bello vedere come la mensa sia un centro di aggregazione di volontari impegnati a rendere un servizio che nasce nella parrocchia e dalla parrocchia e che quindi vuole attrarre anche i poveri alla parrocchia. Siamo un punto di riferimento e questo ci fa piacere perché ci sentiamo in linea con il carisma vincenziano che ovviamente sotto la guida delle figlie della carità ci ha introdotto a cercare di rendere efficiente questo servizio. La mensa è una realtà importante e l’arcivescovo ha già avuto modo di vederlo in prima persona. Ricordo un particolare che ancora oggi mi commuove e che ricordo sempre con piacere. Durante il Covid la città era deserta e il vescovo è venuto in mensa, davanti alla porta ha recitato l’Ave Maria e tutti i poveri che aspettavano si sono messi attorno a lui a recitare insieme a lei l’Ave Maria. È stata una scena molto bella perché i poveri si sono sentiti veramente uniti al vescovo: è un ricordo che veramente mi ha colpito e che voglio portare nel cuore>>.