Messa esequiale per signora  Pietruccia Paba, madre del sacerdote don Pietro Faedda

3 Dicembre 2024 | News, primo piano, vescovo

Oggi, 3 dicembre, a Bonorva, nella chiesa di Sant’Antonio, l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto la Santa Messa esequiale per signora Pietruccia Paba, madre del sacerdote don Pietro Faedda.

Di seguito si riporta l’omelia tenuta dall’Arcivescovo.

«Oggi, in questi primi giorni del tempo di Avvento, ci troviamo qui riuniti per ricordare la nostra sorella Pietruccia. Il Signore è andato incontro a lei, aprendole le sue braccia. L’ha accolta nella gioia del suo Signore, sazia di giorni, benedetta di grazie umane e spirituali. In un momento orante e semplice, Egli l’ha chiamata a sé nella Sua benevolenza. Come è stato benevolo nella sua vita, così ha portato a compimento la grazia della benevolenza, accogliendola nel Regno di pace, di amore, di bontà, nel Regno messianico di cui il profeta Isaia ci parla oggi nella prima lettura.

 Un Regno nel quale il profeta presenta alcune immagini per esprimere la riconciliazione degli opposti e come, nel Regno di Dio, Egli ricomponga tutto in unità. Un Regno prefigurato, adombrato nella storia di Israele dalle profezie messianiche, rivelato nel mistero di Cristo in quell’avvento terreno di cui questo tempo liturgico ci aiuta a fare memoria, ma portato pienamente a compimento in quell’avvento che riguarda il Regno che non avràmai fine e il tempo che non avrà un giorno senza tramonto. Queste immagini, certamente, saranno state tanto familiari a mamma Pietruccia, molto legata alla vita della terra, ai campi del nostro territorio: il lupo, l’agnello, il capretto, il vitello, la mucca, il lattante, il bambino. Nella sua semplicità ha saputo cogliere come il Regno di Dio è un regno di pace e di amore.

 Questa è stata anche la mia esperienza nell’incontrarla tante volte: una donna di pace, riconciliata con sé stessa, una donna anche di riconciliazione. Una donna pacifica. Era bello vedere e leggere nel suo volto questa luminosità della pace, che è un’anticipazione di quella pace piena, perfetta e duratura verso la quale tutti siamo in cammino nel Regno eterno. Quel Regno nel quale non avrà tramonto questa pace, in una terra segnata dalle angustie di cui parla il profeta Isaia, dal bisogno della ricomposizione e della riconciliazione degli opposti. Ma poi il Signore ce la dona in pienezza, senza fine. Ringraziamo il Signore per questo dono.

 Proprio pochi mesi fa avevamo celebrato e festeggiato i cento anni di Pietruccia, rendendo lode e gloria a Dio per il dono di una vita benedetta con la famiglia, con due figli: uno presbitero e l’altra religiosa, spesi a un servizio ancora più ampio all’interno della Chiesa.

 Rendiamo grazie a Dio perché il Signore viene sempre incontro a noi; la liturgia ci ricorda questo. La nostra vita è un’attesa costante. Grazie a Dio Pietruccia è morta sazia di giorni, e questo è un dono. Ma ci ricorda anche la Scrittura che non sono i numeri degli anni che dobbiamo guardare, bensì l’intensità con cui viviamo gli anni che il Signore ci dona. Vogliamo chiedere, perciò, al Signore che i nostri giorni siano una partecipazione attiva alla missione del Messia promesso che questo tempo liturgico ci pone davanti. Ma per entrare in questa dinamica, ci ricorda l’evangelista Luca, occorre assumere l’atteggiamento dei piccoli, dei semplici, di chi è capace di accogliere la Parola del Signore che soffia in tanti modi e in tante forme. Infatti, il Re Messia, atteso nelle immaginazioni del tempo sotto prefigurazioni grandiose e gloriose, è venuto nella forma più semplice, più umile, più nascosta. E in essa ha rivelato la grandezza e la sapienza di Dio. Ringraziamo il Signore perché Egli continuamente ci ammaestra nella vita attraverso la saggezza, la sapienza e la fede di tante persone semplici e umili, ma con il cuore e la mente rivolti al Signore»

Pin It on Pinterest