Visita pastorale: l’arcivescovo Gian Franco incontra il Consiglio Comunale di Cheremule

10 Ottobre 2024 | primo piano

Mercoledì 9 ottobre, in occasione della Visita pastorale l’arcivescovo Gian Franco ha incontrato il Consiglio Comunale di Cheremule guidato dal sindaco Salvatore Masia. Dopo essere stato accolto in piazza Parrocchia, l’Arcivescovo, prima del momento di dialogo con gli amministratori nell’aula consiliare del municipio, ha incontrato i dipendenti comunali.

Nel suo intervento, l’Arcivescovo ha detto:

«Ringrazio il signor sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali, per essere qui oggi e per la calorosa accoglienza. Credo che questi incontri abbiano una rilevanza sociale, come è stato messo in evidenza poc’anzi anche dal signor sindaco. Questa è una piattaforma nella quale noi siamo profondamente accomunati: amministrare il bene comune. Chi in un modo, chi nell’altro, abbiamo al centro la persona e il suo bene, la sua custodia, la sua tutela: questo è davvero un aspetto importante. È bello vedere amministratori comunali giovani, motivati, perché si coglie il desiderio progettuale dell’amministrazione. Questo fa molto bene perché la psicologia della relazione che si coglie non è quella del disfattismo oppure della depressione, del chiudersi, della lamentazione sterile che non porta da nessuna parte, ma pur rilevando oggettivi problemi, come lo spopolamento o le risorse umane che acquistano una loro fisionomia differente rispetto a quello che poteva essere in passato, pur tuttavia vi sono tante energie e risorse per andare avanti. Questo è un aspetto molto positivo.

La Visita pastorale è un momento molto importante, non solo per fare la radiografia della diocesi, ma proprio per compiere quel lavoro di attivazione che ha sottolineato poc’anzi l’assessore: risvegliare il grande gigante dormiente. Ecco, questo è davvero un problema importante, perché non è vero che non ci siano le persone. Probabilmente si è un po’ spenta la dimensione della partecipazione, come è stato messo in risalto dal sindaco.L’esperienza della pandemia ha posto in rilievo una dimensione di chiusura nell’individualismo esasperato sino a toccare generazioni che mai avrebbero pensato di partecipare alla Messa solo attraverso la televisione, perché educate in modo così radicale, anche sul principio del dovere. Questo ci dice che l’esperienza vissuta a causa del Covid ha inciso fortemente e profondamente nella nostra vita e nello stile della conduzione delle relazioni. È un dato da sottovalutare.

Nell’ultima lettera pastorale indirizzata alla Città e al Territorio, che poi avrei il piacere di consegnare a ciascuno di voi, ho voluto sottolineare che mi preme incoraggiare le comunità, anche quelle più piccole, per affrontare questo processo di cambiamento con fiducia. Credo che questo sia uno degli aspetti di cui oggi si ha maggiormente bisogno: la fiducia, la speranza, per camminare, per mettersi in moto. Le nostre parrocchie qualche volta hanno perso un po’ la bussola in relazione a questa dimensione, nel senso che la parrocchia autosussistente e autosostenibile in tutto e per tutto oggi non è più possibile. Prima la parrocchia aveva tutto; questocorrispondeva a una visione di parrocchia che rispondeva a un certo tipo di società che non c’è più. L’attenzione oggi viene riposta in questo processo di rinnovamento. Anche voi amministratori lavorate sulla comunità: voi ci siete perché c’è una comunità, la parrocchia c’è perché c’è una comunità, non il contrario. La parrocchia senza una comunità non è la parrocchia, ma una tomba vuota. Noi dobbiamo lavorare tanto sulla comunitàe sul principio dell’interparrochialità che mira proprio a lavorare su questo aspetto.Questo è un lavoro di costruzione del tessuto umano, del tessuto sociale.

Mi complimento davvero per questa cura della cultura e delle tradizioni: lo sguardo all’elemento religioso è dominante. Questo è un fattore significativo sia in quello precristiano che in quello cristiano. Questo ci deve far riflettere sul fatto che la dimensione spirituale della persona umana necessita di essere ascoltata. Forse oggi non c’è subito la risposta e l’adesione immediata a Cristo, al cristianesimo, ma vi è una dimensione spirituale nelle persone che interpella la missionarietà della parrocchia. Per questo, vedere la ricchezza culturale di questo paese è una cosa bella. Sebbene il paese sia piccolo, è reso grande dalle persone, dalla cultura, dalla sua storia. Per me è sempre motivo di grande fascino, quando vado nei piccoli comuni, riscontrare questa attenzione alla cultura, che non è celebrativa, ma è la cura dell’anima di un popolo. Èmolto importante ascoltare cosa dice un popolo, è una vera ricchezza. Possiamo dire che questa è una pista di collaborazione con la Diocesi e in particolare con il progetto dell’Accademia, che pian piano si sta strutturando, si sta facendo conoscere.

L’altro aspetto che mi pare bello sottolineare è questa serena collaborazione dell’Amministrazione con la parrocchia, anche dal punto di vista della cura delle strutture, delle architetture. Don Delogu, in questi quattordici anni di servizio, ha avuto una grande sensibilità per la cura della parrocchia.

Quello del Meilogu è un territorio con tantissime potenzialità, la vicinanza con il Monastero di San Pietro di Sorres credo incida su tutte le comunità del circondario. Il limite di questo territorio, talvolta, è stato la minor vicinanza con il cammino diocesano, uno degli aspetti che più mi colpì quando arrivai in diocesi. Occorre includere la connessione tra i piccoli centri e la città. Sotto questo profilo auspico che possiamo sempre più camminare insieme.

A me incoraggia davvero trovare queste amministrazioni giovani, con spirito giovane, progettuale, con una passione: questo è molto bello, è una ricchezza, non solo sociale ma anche ecclesiale e culturale. Vi ringrazio per l’intelligenza, per il servizio, per la vicinanza. Il mio invito è ad andare avanti, perché se risvegliare èil compito della Visita pastorale, questo vuol dire che poi bisogna proseguire, andare avanti, cercare di capire in che modo trovare degli agganci di connessione».

Al termine dell’incontro l’arcivescovo Gian Franco ha donato a tutti gli amministratori presenti la sua ultima lettera pastorale.

Pin It on Pinterest