ANNO C – XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
2Re 5,14-17 | Sal 97 | 2Tm 2,8-13 | Lc 17,11-19
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
«Fermi a distanza», sapendo di essere pericolosi, giudicati maledetti e impuri, convinti essi stessi di essere sbagliati, dieci lebbrosi chiedono di essere guariti dalla terribile malattia, implorando Gesù di «avere pietà» di loro. Più della loro condizione di infermità, è la distanza che mantengono dagli altri ad essere carica di significato: hanno subìto e quindi accettato la propria misera esistenza dentro il rifiuto che sperimentano quotidianamente e, poiché non c’è alcuna misericordia per loro tra gli uomini, attraverso Gesù -il Maestro- la chiedono direttamente a Dio. E la ottengono. Chiedere di essere amati è un bisogno legittimo di ogni essere umano e diventa tanto più forte e necessario quanto più è contorta la strada su cui la vita si attorciglia. La tenerezza di Dio, il suo amore continuo, non può sottrarsi dall’andare incontro a questo delicato e fragile desiderio: infatti tutti sono accontentati. Solo uno di quei dieci torna sui suoi passi e si avvicina, «si prostra» davanti a Gesù… il 10%? Un po’ poco, come quella fetta di credenti che più o meno si dichiarano praticanti in Italia! La lezione che traiamo è che spesso l’amore offerto non ritorna, non viene ricambiato, ma non per questo vale di meno. Per fortuna Dio ci ama per primo, in attesa che noi impariamo ad essere come Lui e ad amare, oltre che a desiderare di essere amati. E ogni tanto succede!