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Il pallio e la missione: una sinfonia tra Dio, l’Uomo e il Creato


Domenica 21 ottobre, nella Cattedrale di Sassari, è stata celebrata l’Eucaristia all’interno della quale l’Arcivescovo Gian Franco Saba ha ricevuto l’imposizione del pallio dal Nunzio Apostolico per l’Italia S. Ecc. Mons. Emil Paul Tscherrig. La medesima liturgia ha inoltre unito ulteriori motivi di gioia per la Chiesa di Sassari: il venticinquesimo anniversario dell’ordinazione presbiterale di don Gian Franco e la novantaduesima Giornata Missionaria Mondiale, evento inaugurato nel 1926 proprio da un’intuizione nata all’interno del Seminario Arcivescovile di Sassari e proposto a tutte le Chiese dall’allora Pontefice Pio XI.Mons. Mario Simula, Vicario Generale, ha aperto la Celebrazione rivolgendosi ai fedeli con poche e significative parole: “Il saluto del cuore è per il Popolo santo di Dio che si è radunato ai piedi della cattedra sapiente del nostro Apostolo Gian Franco. Senza questa gente umile e semplice non avrebbe senso il pallio sulle spalle del nostro Arcivescovo che lo porterà. Su di esso c’è il peso dei dolori e delle gioie quotidiane del popolo che Dio chiama al suo amore e tutti siamo le pecore che il Buon Pastore conduce ai pascoli riposanti o che va a cercare in mezzo ai rovi della desolazione e della disperazione. Viene di conseguenza naturale salutare con affetto e devozione Sua Eccellenza reverendissima Mons. Emil Paul Tscherrig che porta dentro la nostra Chiesa l’amore tenerissimo di papa Francesco, guida e luce, Servo dei Servi, sempre pronto ad esercitare il potere della lavanda dei piedi verso ogni persona che grida e spera, segno vivente di unità e comunione tra le chiese”. Le parole del Nunzio per l’Italia hanno voluto trasmettere l’affetto e la cura dello stesso papa Francesco: “Il Santo Padre Francesco ha disposto che i nuovi arcivescovi metropoliti ricevano il pallio dalle mani del Papa, ma che la stessa insegna liturgica sia imposta al metropolita dal nunzio apostolico nella sede dell’arcidiocesi e con la partecipazione del popolo di Dio e dei vescovi suffraganei”. In seguito, rivolto all’Arcivescovo l’augurio e l’indicazione pastorale: “Dal Pastore di una chiesa metropolitana ci si aspetta che sia il primo missionario della regione pastorale ed il fratello maggiore che secondo le stesse parole del Papa prende l’iniziativa, coinvolge, accompagna e promuove la conversione missionaria secondo l’ideale delle prime comunità cristiane nelle quali i credenti avevano un cuore solo e un’anima sola”. Nel saluto conclusivo, lo stesso Mons. Saba ha voluto rivolgere un messaggio di gratitudine ai fedeli presenti, ringraziando al primo posto la Chiesa diocesana e tutto il Popolo di Dio. Dagli scritti di un autore del III secolo, ha tratto l’ispirazione per una prospettiva di lettura di tutta la Celebrazione alla luce della Parola proclamata: “Quali sono i sacrifici e le cerimonie gradite a Dio? Chi persegue l’innocenza, chi sottrae dal pericolo un uomo offre a Dio il sacrificio più accetto. Quanto sono attuali e importanti per noi come Chiesa queste parole e quanto ci trovano anche accomunati a quanti qui rappresentano servizi nella società pubblica, nell’ambito accademico, politico, civile amministrativo! Sant’Ireneo, parlando del sacerdozio di Cristo, lo sintetizza in tre espressioni che noi tutti possiamo ben memorizzare: scoprire la parentela con Dio, scoprire l’amicizia con gli uomini, costruire la sinfonia tra tutte le realtà del creato, una sinfonia che Cristo stesso ha già posto in questa realtà”. Infine una preghiera che al contempo riassume una speranza ed un programma pastorale preciso: “Ogni tanto questa sinfonia si scorda e ha bisogno di un accordatore. Chiediamo al Signore -Egli che è stato l’accordatore per eccellenza di questa casa che è l’uomo- di darci la grazia di essere dei bravi accordatori”.


 

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