Ossi, celebrazione per la riapertura della chiesa di Santa Croce

21 Marzo 2024 | primo piano

Nel pomeriggio di mercoledì 20 marzo l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto la Celebrazione eucaristica per la riapertura della chiesa di Santa Croce a Ossi. Alla Santa Messa, preceduta da una breve processione partita dalla chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, dove è stata benedetta la porta con la rampa d’accesso per le persone non deambulanti, hanno preso parte le autorità civili e militari del territorio, l’arciconfraternita di Santa Croce e numerosi fedeli.

Nell’omelia l’arcivescovo, a partire dal Vangelo, ha sottolineato come ogni forma di annuncio di Dio, che non ha il volto dell’amore, non rappresenti il Dio della liberazione, il vero Dio, ma un idolo: << Il volto di Dio e la vita di fede che non manifestano il mistero dell’amore, non sono il volto del vero Dio>>.


Poi una riflessione sull’importanza della Croce:

<< Questo grande mistero, che ormai nell’imminenza della solennità della Pasqua la liturgia ci fa contemplare, diventa ancora più significativo questa sera con la riapertura di questa chiesa dedicata alla Santa Croce. Nell’albero della Croce si è rivelato il modo di Dio, l’amore pieno, totale. Avendo amato i Suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. La pienezza dell’amore sta proprio nella donazione totale. Ed è proprio in quest’albero che Cristo è stato crocifisso, è stato legato, non distratto da altre voci, da altre sirene. Gesù, con il suo sacrificio sulla croce ci ricorda che Dio è misericordia, che Dio è amore, che Dio accoglie nel mistero del suo amore tutta l’umanità e tutte le dimensioni dell’umanità. Questo mistero di accoglienza, noi lo troviamo pienamente nel mistero della croce, quando contempliamo il Cristo crocefisso. La liturgia di questi giorni, in modo forte, ci invita ad avere uno sguardo mistico verso la Croce per riscoprire la mistica della Croce stessa, cioè il mistero che vi è nel Cristo Crocefisso>>.

Subito dopo il messaggio alle confraternite sull’importanza della comunicazione della fede da parte loro e sul ruolo della pietà popolare:

<< È bello che ci siano qui le confraternite devote al culto della Santa Croce. Durante la Settimana Santa e in altri momenti voi fate quasi toccare con mano il discepolato del Cristo Crocifisso. Non siete un’espressione folkloristica ma, come sottolineo spesso, veri e propri discepoli missionari per utilizzare un’espressione cara a Papa Francesco. La pietà popolare aiuta a tradurre nella percezione dell’udito, della vista, del tatto, la parola di Dio e perciò voi con il vostro servizio accompagnando i riti della Settimana Santa e altre celebrazioni che mostrano il mistero dell’annuncio del Cristo Crocifisso. Voi rendete visibile e tangibile la presenza di una pagina di Vangelo, la pagina centrale, il mistero di Dio che ritorna all’umanità>>.

In conclusione, il commento sulla riapertura della chiesa di Santa Croce: << Questa sera noi non riapriamo semplicemente un monumento, sarebbe ben poca cosa. Sicuramente valorizziamo un’opera d’arte, valorizziamo un’opera di memoria storica, ma viene restituita al vissuto concreto della Chiesa uno spazio liturgico, un luogo dove la comunità, che professa la fede nel Cristo morto e risorto, si ritrova a pregare. Quindi è ben diverso da un’azione monumentale. È un’azione vitale perché nell’Eucaristia, mediante la fede, noi siamo immersi nell’amore di Cristo. Questa sera, quindi, noi stiamo celebrando anche un atto di comunione. La Chiesa non è un’azienda di edilizia pubblica. Questo talvolta è difficile capirlo e anche gli operatori pastorali pensano che si faccia qualcosa soltanto se si realizzano opere materiali. Se le opere materiali non sono finalizzate all’edificazione della Chiesa, non servono a nulla. Il mio augurio è che davvero questo luogo possa essere un luogo dove la bellezza di Dio attrae a sé tante persone. Immagino un turista che passa e che un luogo così bello lo induca alla preghiera. E poi certamente la comunità residente vede in questo luogo uno dei sensi della propria memoria affettiva, della fede, della vita di famiglia. Allora, con questo spirito, oggi inauguriamo la riapertura di questa chiesa perché diventi un luogo di edificazione della comunità>>.

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