San Pietro di Sorres, celebrazione di apertura della visita pastorale
Nel pomeriggio di domenica 29 ottobre è cominciata la visita pastorale nel Meilogu. Alla celebrazione di apertura, presieduta dall’Arcivescovo Gian Franco Saba nella Chiesa abbaziale di San Pietro di Sorres, a Borutta, hanno partecipato dom Luigi Tiana, Abate di San Pietro di Sorres, don Pietro Faedda, vicario della Forania insieme con gli altri sacerdoti della zona. Presenti anche i sindaci in rappresentanza delle amministrazioni comunali. La Santa Messa è stata animata dal coro “Boghes de Cheremule” diretto dal maestro Silvio Nappi. La visita pastorale si apre dunque, come nelle altre zone del territorio già visitate, con un appuntamento interparrocchiale. Le prime tre comunità del Meilogu che verranno visitate da monsignor Saba a partire dal 5 novembre e fino al 2 dicembre saranno Cossoine, Giave e Bonorva.
Ricco di elementi di riflessione il messaggio dell’Arcivescovo nell’omelia. “Soffermiamoci a riflettere, cosa è la visita pastorale? Riabituiamoci ad essere annunciatori del Vangelo che trasmettono la parola di Dio. È essenziale, nelle tappe della visita pastorale, cercare Cristo. Un rinnovato incontro con Cristo è il bisogno più importante e significativo di cui non possiamo fare a meno. Comunità e parrocchie non si cullino sulla tradizione che trasmette la Fede, prendiamo invece il ritmo di Comunità in cammino, in viaggio. Diveniamo apostoli in cammino, messaggeri della Parola. Nei nostri giorni viviamo una nuova stagione di evangelizzazione e missione come Papa Francesco stesso ci indica. Occorre recuperare la consapevolezza di essere in cammino, la missione non è un atto burocratico, di trasmissione anagrafica. Trasmettiamo il Vangelo, la visita pastorale è un prendersi cura della comunità, ogni visita del vescovo è pastorale ma questa è canonica ed è chiamata ad entrare negli aspetti amministrativi ed economici del territorio. Grazie alle autorità presenti, è importante promuovere l’amicizia e il dialogo sociale. La fede, una volta ricevuta, non va messa da parte, non è un dovere, è invece uno strumento di comunicazione, risuona e si fa sentire, passa da persona a persona. Questa è l’evangelizzazione, occorre uscire dalla mentalità della delega. In occidente, spesso, si crede che l’evangelizzazione debba essere amministrata solo dai religiosi, dai sacerdoti, dai vescovi. Questo non è un grande bene perché ci si adagia: la prima trasmissione della fede parte dalla famiglia, in modo informale. Le nostre parrocchie, ancora oggi, troppo spesso vivono nella delega dell’evangelizzazione, ogni battezzato faccia riscoprire la bellezza di annunciare Fede, si assuma questa responsabilità. La visita pastorale acceleri, sostenga, incoraggi il cammino che stiamo condividendo con sacerdoti e operatori pastorali. Pian piano le Comunità siano campane che annunciano, che risuonano. La testimonianza è la via più efficace di trasmissione della fede. Abbiamo la consapevolezza di avere comunità statiche ma con tanta giovinezza, da rimette in campo, da far risuonare”.
“Mettiamoci tutti al servizio – ha aggiunto monsignor Saba – chiediamo allo Spirito Santo che renda efficace parola di Dio, che possa aprire i cuori. La conversazione spirituale diventi un nodo centrale: riscopriamola. La visita pastorale è una lettera concreta e diretta che serve a confermarci nella fede e allo stesso tempo ad esortarci perché una Comunità cresca nella fede. La Chiesa è chiamata a mettersi in senso di adorazione, come ci chiede Papa Francesco. Mettiamoci davanti a Dio perché apra i nostri cuori. Ringraziamo il Signore chiedendo la Grazia di risvegliare la gioia che si rinnova. Non lasciamoci tentare dalla tristezza individualistica perché, come dice Papa Francesco, la fede non è isolamento. La Parola risuona, facciamola risuonare di paese in paese. Occorre uscire da una visione di Chiesa chiusa in se stessa per respirare insieme come soggetto unico, come un corpo unico. L’annuncio del Vangelo ci invita a riflettere. Affido al Signore queste giornate che vivremo insieme con familiarità, all’insegna del dialogo”.