“Educare al pensiero ospitale”. Il messaggio dell’Arcivescovo alla città e al territorio

5 Dicembre 2023 | Messaggi, vescovo

Martedì 5 dicembre l’Arcivescovo Gian Franco Saba ha presentato ai fedeli e alle autorità il suo messaggio alla città e al territorio in occasione della solennità di San Nicola, patrono di Sassari. La presentazione si è svolta nella sala Angioy del Palazzo della Provincia nel corso di un incontro culturale promosso dalla Fondazione “Accademia. Casa di popoli, culture e religioni”. Tra i relatori, P. Xavier Manzano: vicario generale della Diocesi di Marsiglia e docente di Filosofia, è stato direttore dell’Institut Catholique de la Méditerranée.

Nel messaggio, l’Arcivescovo si è concentrato sul seguente tema: “Educare al pensiero ospitale. Per una cultura della pace e dell’inclusione in un contesto di cambiamento d’epoca”. “Il cambiamento che avvertiamo – ha sottolineato monsignor Saba nel messaggio – richiede quel processo di recezione che implica «fare dello straniero un ospite», riportare alla memoria il fastidio latente che percepiamo di fronte a questo «cambiamento-intruso» per «compiere la scelta di riceverlo». E un cammino forse fati-coso, dal quale senza perdere la propria specificità si sente anche il cambiamento come vita che si rigenera. Il pensiero diventa ospitale se l’orizzonte della riflessione si spinge oltre ciò che è visibile, se guarda, ascolta con disponibilità interiore quanto si presenta differente o appare divergente. Pensare il cambiamento è una nuova sfida, l’appello di una sorta di «straniero che viene … che ci fa vivere in più di una società e in più di una cultura, e che ci chiede di pensare in altro modo le società, le culture e il posto di ciascuno nel mondo». Uno sguardo al nostro territorio mostra l’immagine di una situazione di novità che, con il sociologo Cammille Schmoll, possiamo descrivere come un ambiente di paesi e agro nel quale si evolve il «cosmopolitismo quotidiano». Molto opportunamente papa Francesco evidenzia come non vi siano realtà ecclesiali e pastorali impermeabili ai processi attivati dal cambiamento d’epoca: «Gli ambienti rurali, a causa dell’influsso dei mezzi di comunicazione di massa, non sono estranei a queste trasformazioni culturali che operano anche mutamenti significativi nei loro modi di vivere» (EG 73). Il «cosmopolitismo quotidiano» contribuisce a mettere in risalto il progressivo processo di spopolamento e le sue importanti conseguenze sociali, economiche, politiche e anche religiose. È rilevante l’aumento della popolazione anziana, la scelta o non-scelta di abitare in un luogo differente da quello dove si è nati”.

“In occasione delle visite alle parrocchie e durante gli incontri del processo sinodale – ha aggiunto – riscontro proprio il bisogno di ritrovare la speranza e la gioia nell’affrontare il cambiamento d’epoca: il processo di conversione pastorale non è un semplice aggiornamento delle strutture, un ammodernamento dei mezzi, uno sviluppo di competenze, esso richiede a tutti noi l’impegno ad ascoltare, interpretare, generare questo nuovo cammino della vita umana. È richiesto l’impegno e il coraggio di tutti, di ciascuno per la propria parte, senza scuse di retroguardie, di assenze, di autogiustificazioni. Ma esige anche l’onestà: un pensiero onesto produce una prassi onesta. Per questo la Chiesa non può venire a patti con sistemi sociali estranei al Vangelo, alla sua stessa missione. Un eventuale errore momentaneo esige la coraggiosa virata verso metodi, vie e mezzi che non siano in conflitto con il Vangelo”. Occorre sempre più sviluppare itinerari «tra la soglia e il focolare» superando l’ipotetica convinzione che la crisi della fede riguardi soltanto la città e non tocchi la sfera rurale del territorio. Nemmeno la classica distinzione tra credenti e non credenti corrisponde più a un’attenta analisi sociologica. Forse per troppi anni un sonno di consapevolezza ha indotto ad affermare che tutto questo fosse lontano da noi!”.

Disponibile la registrazione audiovisiva

Pin It on Pinterest