Porto Torres, la solennità dei Martiri tra memoria e missione
“Occorre una memoria storica che sia memoria viva. Capace di riferirsi alle sorgenti del proprio cammino per comprendere meglio la propria vita”. Così l’Arcivescovo Gian Franco Saba durante l’omelia nella Basilica di Porto Torres in occasione della solennità dei Martiri Turritani. La solenne celebrazione si è svolta ieri, martedì 25 ottobre, nel dies natalis, giorno che coincide con la decapitazione, avvenuta nel 303 d.C., dei santi Gavino, Proto e Gianuario. Presenti in prima fila le autorità civili e militari del territorio, tra cui il sindaco di Porto Torres Massimo Mulas.
“Avere una memoria viva – ha spiegato l’Arcivescovo – è un vero esercizio che consiste nel ritornare alla fonte. Un esercizio che stiamo vivendo nel cammino sinodale, nella visita pastorale, nelle diverse azioni si stano sviluppando, passo dopo passo, nel vicariato urbano di Porto Torres all’interno della comunità ecclesiale e in dialogo con le istituzioni civili. Si tratta di un percorso che tocca il tessuto sociale logorato di un territorio provato dalla povertà, da forme di disagio, da certe forme di dimenticanza che non hanno sempre promosso il bene di questa realtà. Questo stesso territorio può e deve essere oggetto di un’azione. Un’azione che sia allo stesso tempo evangelizzatrice e civilizzatrice, voce coraggiosa di fronte a sistemi di potere che pensano più alla parte che al tutto”.
La liturgia che ha avuto come concelebranti il Vescovo di Alghero-Bosa, Mauro Maria Morfino e il Vescovo di Srikakulam, in India, monsignor Vijay Rayarala, è stata voluta anche come atto di ringraziamento per il dono del Concilio ecumenico Vaticano II in occasione del 60° anniversario del suo inizio, l’11 ottobre 1962. E’ stato lo stesso Arcivescovo a spiegare le ragioni di questa scelta. “La solennità odierna presenta una profonda connessione con le ragioni spirituali e pastorali che ispirarono a San Giovanni XXIII la convocazione di un Concilio. Desidero così alla luce della testimonianza dei martiri invitare ciascuno di noi a porre lo sguardo sulla memoria e sulla missione. E’ quello che stiamo facendo con il cammino sinodale e anche accompagnando questo processo con la visita pastorale che qui a Porto Torres abbiamo concluso alcuni mesi fa”.
“Anche la nostra Chiesa turritana – ha detto ancora monsignor Saba citando papa Francesco – è chiamata a interrogarsi su se stessa, cercando di evitare i due rischi: il progressismo che si accoda al mondo, il tradizionalismo – o l’ “indietrismo” – che rimpiange un mondo passato”. Al termine della celebrazione il Vescovo, accompagnato dagli altri Vescovi e dai sacerdoti, si è recato nelle cripta per un momento di meditazione e di preghiera.