Visita pastorale: incontro con gli Amministratori comunali di Thiesi
Lunedì 21 ottobre l’arcivescovo Gian Franco, nel corso della Visita pastorale, nell’Aula consiliare del Comune di Thiesi ha incontrato il sindaco Gian Franco Soletta, gli assessori e i consiglieri comunali.
Di seguito riportiamo l’intervento dell’Arcivescovo.
«Durante la Visita pastorale, il momento di dialogo con le Amministrazioni comunali per me è un’occasione di ascolto molto importante, perché la narrazione, la descrizione sociale fatta da parte di chi amministra il bene comune è un momento di confronto con la Chiesa diocesana. È un modo per ascoltare problemi ed esigenze del territorio, per approfondire e poi cercare di capire meglio quali possano essere gli obiettivi pastorali sui quali lavorare, come incoraggiarli, come promuoverli, come sostenerli.
C’è nel territorio la presenza di tanti giovani nelle nostre Amministrazioni comunali: è un segno di speranza importante che va coltivato in modo collettivo. Fondazione Accademia, Casa di Popoli, Culture e Religioni, lo strumento culturale della nostra diocesi, proporrà un percorso di formazione per operatori del mondo socio-politico. L’idea nasce anche alla luce dei valori che provengono dai territori, come quello del Meilogu che vive due dinamiche: da una parte lo spopolamento e dall’altra la ricchezza dell’entusiasmo, delle risorse, dell’intraprendenza, dell’intelligenza.
Occorre unire le forze. Questo non vuol dire appiattire le differenze. Talvolta è complesso far passare questo messaggio nei nostri territori. Ma senza questa dimensione – di unire le forze – che nel testo dell’ultimo Messaggio alla Città e al Territorio, che ho il piacere di consegnarvi, è tradotto come educare al pensiero ospitale, è difficile generare il futuro.
Il futuro. Questa è la parola che desidero porre al centro della nostra attenzione. Noi siamo qui per essere generativi. Nel suo intervento, il Consigliere che è intervenuto ha sottolineato che capita di sentir parlare di paesi “morti”. I paesi non sono morti!Capita spesso anche a noi di sentire frasi come “la Chiesa è morta, la parrocchia è morta, non ci va più nessuno”. La Chiesa e la parrocchia non sono morte. Vi è una metamorfosi, una transizione.E questa è la pratica nella quale noi ci troviamo inseriti. Ecco, sotto questo profilo credo fermamente sul valore dei “laboratori di pensiero”, perché da soli e senza riflessione non si va da nessuna parte. Sono contento che a Thiesi ci sia questa sinergia tra parrocchia, amministrazione comunale e i vari servizi. È bello che trai vari attori della comunità ci sia uno scambio continuo. Questo cammino lo incoraggio, lo promuovo. Credo che sia un bel modo per intraprendere le sfide del nostro tempo, per lavorare per il bene comune.
Vorrei sottolineare poi l’aspetto dell’integrazione. I numeri importanti che il Sindaco ha riportato nel suo intervento fanno capire che Thiesi è una comunità sempre pronta ad accogliere. Ed è bello che questa integrazione sia vissuta appieno nel tessuto sociale e che passi anche attraverso manifestazioni gastronomiche:il momento in cui noi ci nutriamo è un momento di fraternità, è un momento di incontro. Le vostre sono belle iniziative. Questo è importante perché così si ragiona in termini di comunità.
Un altro aspetto che è significativo e che ribadisco spesso nella Visita pastorale è quello di considerare la Diocesi come un unico grande corpo. Ne abbiamo parlato anche ieri, durante la Veglia missionaria diocesana: non esiste più il concetto di parrocchie grandi e parrocchie piccole, di parrocchie più o meno importanti.Questo territorio, che grazie a Dio ha una sua ricchezza, non deve farsi condizionare dai giudizi. Con il giudizio non si risolve niente, giudicando non si risolve niente. Piuttosto occorre cercare insieme degli approcci alle situazioni per pensare, agire e coinvolgersi: questo è stato oggetto del Messaggio alla Città e al Territorio. Occorre pensare, agire e coinvolgersi come artigiani di una storia da costruire, sentirci tutti artefici, artigiani. L’artigiano è colui che con la manualità e con la testa produce qualcosa, la elabora. Anche la nostra vita comunitaria ha bisogno di essere profondamente oggetto di un lavoro artigianale di pensiero, di azione, di coinvolgimento. Sotto questo profilo il percorso interparrocchiale è una delle prospettive più significative. È un percorso che non nasce solo dall’assenza di sacerdoti, ma il Signore ci sta invitando a comprendere che ci sono tante vocazioni. Cerchiamo di comprendere come nel cammino verso il futuro possiamo rigenerare le nostre comunità. Questi incontri della Visita pastorale sono di conoscenza diretta, per sentirci parte di un’unica comunità, per confrontarci».