Osilo, Parrocchia Immacolata Concezione: Celebrazione eucaristica con amministrazione del sacramento della Confermazione
Domenica 20 ottobre, a Osilo, nella parrocchia Immacolata Concezione, l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto la Celebrazione eucaristica con amministrazione del sacramento della Confermazione.
Nell’omelia l’Arcivescovo, rivolgendosi direttamente ai cresimandi, ha detto:
«Desidero ringraziare il carissimo don Alessio per le parole di saluto, di accoglienza e per il servizio che ha iniziato qui nella comunità di Osilo. Ringrazio la catechista che a nome di tutti i collaboratori ha presentato i cresimandi. Come è consuetudine in occasione delle Cresime, viviamo ora un breve momento di dialogo, un incontro un po’ più diretto.
Ho sentito una parola che mi è piaciuta molto: ho sentito che avete vissuto un’esperienza di laboratorio. Vero? Questo vuol dire che avete partecipato un po’ tutti e avete vissuto delle esperienze.
La vostra catechista ci ha aiutato a ricordare alcuni dei momenti che avete vissuto nel vostro percorso per arrivare fin qui. Mi fa piacere che voi abbiate vissuto così bene la Settimana Santa. Cosa vi ha fatto incontrare la Settimana Santa? Vi ha fatto incontrare Gesù, la vita di Gesù, che ritorna oggi nel Vangelo. È stato detto che avete vissuto l’esperienza dell’Ultima cena di Gesù. Oggi, nel Vangelo, ci sono due discepoli, Giacomo e Giovanni, che chiedono a Gesù di stare uno a destra e l’altro a sinistra, cioè gli chiedono di avere un ruolo. Ma gli stanno chiedendo un ruolo di servizio o un ruolo di potere? Un ruolo di potere. Gesù non è contento di questa domanda, perché lui ci invita a metterci al servizio.
Voi, cari ragazzi e care ragazze, state per ricevere un grande dono, quello dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo pone delle domande, ci mette in comunicazione con Gesù. Quindi, anche noi siamo chiamati a porre la nostra domanda a Gesù. Chiediamogli di camminare con lui, di collaborare alla sua missione, che è una missione di pace e di amore, di servizio.
Questa è una cosa bella perché ci riporta al senso di ciò che noi oggi facciamo. Con la Cresima inizia il cammino spirituale cristiano. A me fa molto piacere che voi abbiate affrontato, nel cammino di preparazione, una dimensione di esperienza. Infatti,se noi dicessimo a Gesù di metterci a servizio, ma lo facessimo solo con le idee, in modo teorico, senza compierlo concretamente,Gesù non sarebbe contento. Questa non sarebbe la vocazione dei cristiani. Gesù si è messo a servizio in modo concreto, ci ha amati concretamente donando sé stesso. Il senso del Vangelo è racchiuso nel noi che vogliamo seguire Gesù, che vogliamo camminare con lui, con lui che ci ricorda come il vero potere non sia dominare ma amare. Nel mondo odierno si pensa di dominare, a volte con le armi, con il potere, con l’egoismo. Altri invece governano con l’amore.
Voi in questo periodo sarete chiamati a domandarvi come servire Gesù, come servire i vostri fratelli e le vostre sorelle, come servire l’umanità, come essere cristiani testimoni. Adesso dal laboratorio della catechesi si passa al laboratorio della vita, al laboratorio del corpo, che è la catechesi più impegnativa e che riguarda sempre tutta la comunità. Perché la catechesi non è solo per i ragazzini, vero? La catechesi è anche per gli adulti e quindi tutta la comunità è chiamata ad essere un laboratorio di comunione, di fede, di esercizio, per seguire Gesù.
In questo periodo avete salutato don Emanuele, che è stato a vostro servizio, che ha servito la comunità, e avete accolto con gioia un altro sacerdote che è arrivato: don Alessio. Come vedete i sacerdoti a volte si spostano. Ma che cosa è importante? Stare a destra, stare a sinistra o servire? Servire! Questa è la cosa più importante. Questa è la chiave per tenere “le nostre chiese aperte”, espressione cara a papa Francesco. Con il sacramento della Cresima dobbiamo scoprire come essere partecipi, come partecipare.
Oggi ci tenevo ad essere presente, nonostante i moltissimi impegni, per incoraggiare la comunità ad andare avanti, a proseguire in questo cammino. E poi dico, come dico sempre alle parrocchie, non camminate da soli ma insieme al parroco.
Il cammino della diocesi e delle parrocchie è lo stesso. Dobbiamo camminare insieme, questo è l’impegno che ci viene chiesto. In questi anni don Emanuele ha insistito tanto affinché la comunità partecipasse alla vita della parrocchia. Ma noi dobbiamo metterci del nostro: la Chiesa ha le porte aperte se noi ci coinvolgiamo. Questo è importante. In questo giorno così speciale, voi vi sentite coinvolti, interpellati personalmente. Questo sentimento va coltivato perché vada avanti anche dopo questa giornata, perché a volte c’è il rischio che non vi sentiate interpellati personalmente nel quotidiano. Vi incoraggio ad andare avanti in questo impegno di comunione, in questo impegno di partecipazione e di missione».