Campanedda: Celebrazione eucaristica interparrocchiale con il conferimento del sacramento della Confermazione
Nella Domenica mattinata di Domenica 29 settembre, nella parrocchia di Santa Maria a Torres Campanedda, l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto la Celebrazione eucaristica interparrocchiale con il conferimento del sacramento della Confermazione. A ricevere il sacramento sono stati ragazzi e ragazze delle comunità parrocchiali di Santa Maria Regina di Tottubella e Santa Maria a Torres di Campanedda.
Di seguito l’omelia dell’Arcivescovo:
«Oggi viviamo insieme un momento di gioia: lo è per voi e lo è anche per me. Questo momento è infatti un passo importante che viene compiuto in queste comunità che iniziano, sotto la guida di Don Pietro, a vivere un’esperienza di comunità e di comunione: questo è il primo aspetto che vorrei sottolineare.
Noi ci siamo visti da poco per la Visita pastorale. In quella circostanza ci siamo detti che queste comunità devono camminare insieme; ma non solo queste. Tutta la Diocesi si sta incamminando su questa strada e su questa via. Ringrazio Don Pietro per aver accolto la nuova responsabilità di compiere questo lavoro di coesione delle comunità, questo servizio rivolto verso tutti,servizio che è anche un po’ faticoso, ma bello perché poi darà i suoi frutti, come in una famiglia. È molto più bello quando si vive insieme. È bello poter dialogare, potersi incontrare. Questo è ciò che Gesù vuole da noi; l’impegno della comunità è questo. Il Vescovo si è ricordato della Nurra. Vedo qui presente il responsabile della Municipalità. Adesso io chiedo a voi uno sforzo in più per aiutare Don Pietro. So che lo state già facendo, per tessere questo lavoro di comunità, che aveva già iniziato DonFrancesco, che ringraziamo per il servizio che ha svolto. Dopo tanti anni di ministero qui, è andato da un’altra parte. Fa bene alle comunità anche l’alternanza tra sacerdoti, perché è una ricchezza per tutti.
Oggi voi, cari ragazzi e ragazze, ricevete un grande dono: il dono dello Spirito Santo. Nella Prima Lettura c’è un personaggio che era pieno di Spirito Santo, Mosè, che decide di condividere questo Spirito. Ecco, oggi il Vescovo è venuto per compiere quel gesto che Mosè ha compiuto in un modo diverso, in altri tempi, in un’altra cultura: condividere il dono dello Spirito. Secondo voi, perché Mosè ha condiviso lo Spirito? Perché desiderava tenere queste persone coinvolte, per fare sì che queste persone fossero coinvolte nel cammino con lui, perché stessero insieme. Ecco, quindi cosa fa Mosè? Cammina con altri. Coinvolge questi settanta uomini perché lo aiutassero. E sapete qual è il dono che lo Spirito Santo ha dato loro? Il dono della profezia, ovvero parlare secondo il cuore di Dio. Quindi è lo Spirito Santo che ci aiuta a parlare secondo il cuore di Dio e a vivere come Gesù, a diventare profeti.
Il profeta è colui che si impegna a parlare come Gesù e a vivere come Gesù. Lo Spirito Santo vi dà dei doni per fare questo.Ricordate qualche dono importante dello Spirito? Sapienza, intelletto, scienza, fortezza, il timore di Dio, che non è la paura di Dio ma l’amore verso Dio. Questi doni sono preziosi perché non è sempre facile seguire Gesù. Qualche volta può esserci qualche distrazione e allora lo Spirito Santo ci aiuta, in modo particolare con un dono, la fortezza. Con il dono della fortezza siamo pronti per affrontare tutto il cammino, tutto il cammino di discepoli, perché tutti noi siamo chiamati ad essere discepoli di Gesù. Penso che questa sia la cosa più importante che oggi noi possiamo memorizzare. Ci viene dato lo Spirito Santo perché noi facciamo tutto il cammino. Non scoraggiamoci se sentiamo la tentazione di fermarci: andiamo avanti sostenuti dallo Spirito. Ma cosa bisogna fare? Bisogna anche invocarlo, bisogna pregare. Senza preghiera si può essere cristiani? No, non ce la facciamo. Abbiamo bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo ed ecco la preghiera. Se noi lo invochiamo, lui ci aiuta. E poi questi doni abbiamo detto che non sono fatti per tenerceli per noi ma per condividerli, per sostenerci, aiutarci, incoraggiarci.
Anche in parrocchia è meglio camminare insieme? Io vi incoraggio. Abbiamo iniziato un bel cammino. Andiamo avanti insieme, proseguiamo in questa strada. In qualche momento può essere faticoso, ma occorre proseguire, andare avanti. È così nella vita, in tutti gli ambiti della vita, anche nella famiglia, ci può essere qualche scoraggiamento. Capita che anche nel lavoro ci può essere qualche scoraggiamento, ma bisogna invocare lo Spirito Santo, che viene il nostro aiuto e ci accompagna.
Adesso con questa fiducia, proseguiamo l’Eucaristia.
In modo particolare desidero ringraziare le catechiste e DonPietro: grazie per il servizio che svolgete quotidianamente. Osservo con piacere che le catechiste stanno partecipando anche al Cammino diocesano: per mettersi a disposizione bisogna essere un po’ generosi e Gesù desidera che noi siamo generosi. Questi servizi della comunità parrocchiale richiedono generosità perché comunque si riduce un po’ il tempo personale.
Oggi Gesù ci dice una bella cosa nel Vangelo. Desidero proprio chiudere con questa frase: “Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa” (MC 9,41). Costa molto dare un bicchiere d’acqua? Oggi no. In quei tempi era un po’ più difficile trovare l’acqua. Anche chi fa una minima cosa, Gesù lo ricompensa. Ecco, allora, mettersi a disposizione. Uno si mette a disposizione per la catechesi, per il canto, per l’animazione, l’educazione dei giovani, dei ragazzi. Ci sono tanti ambiti, c’è tanto lavoro anche per rimettere a posto le strutture in questo territorio. Mettersi a disposizione con generosità. Ciascuno fa quello che può, ma ci si mette a disposizione».
(Crediti foto: New Photo Porto Torres)