Tissi: Celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Gian Franco con il conferimento del sacramento della Confermazione nella Parrocchia di Sant’Anastasia
Domenica 22 settembre l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto la Celebrazione eucaristica con il conferimento del sacramento della Confermazione nella Parrocchia di Sant’Anastasia a Tissi.
Alla celebrazione hanno partecipato il Vicario generale mons. Marco Carta e padre Salvatore Piredda, Amministratore della Parrocchia Santa Anastasia in Tissi, nominato dall’Arcivescovo per dare continuità al servizio prestato durante la malattia del parroco Don Matteo Bonu, chiamato alla Casa del Padre poco più di un mese fa.
Nell’omelia l’Arcivescovo, rivolgendosi ai cresimandi, ha detto:
«Siamo qui oggi perché voi state per ricevere un grande dono: il dono della Cresima, il dono dello Spirito Santo. Penso che insieme a voi, ragazzi e ragazze, nel percorso che vi ha portato a questo grande giorno, si siano impegnate anche altre persone: i catechisti, don Salvatore, che vi ha accompagnati nel periodo in cui don Matteo non è stato bene, e, penso, abbiano collaborato anche i vostri genitori. Questo è importante perché senza la collaborazione di papà e mamma un po’ tutto diventa difficile.
So che avete anche lavorato sul tema che quest’anno in diocesi abbiamo scelto per i ragazzi che si preparavano alla cresima: i Protomartiri Turritani Gavino, Proto e Gianuario, martirizzati a Porto Torres. Come ricorderete questi santi furono martirizzati perché non rinnegarono la loro fede ma preferirono la morte. Voi oggi ricevete il dono dello Spirito Santo. Vedo qui esposto un bel cartellone, preparato da voi, che sicuramente avete portato in Cattedrale nel nostro ultimo incontro lo scorso maggio, quando abbiamo celebrato la Giornata diocesana dei cresimandi. Sarebbe bello ripetere quell’incontro dopo aver ricevuto la cresima.
Lo Spirito Santo vi dà dei doni – che voi avete elencato proprio nel cartellone – come li diede ai Martiri Turritani. Fra i doni che lo Spirito Santo ha dato a loro e oggi dà a voi ci sono la sapienza, l’intelligenza, il timore di Dio, la fortezza. Tutti doni importanti. Ad esempio, essere persone sapienti, persone che hanno l’intelletto ovvero la capacità di pensare bene, che hanno il dono della fortezza. Questi sono dei valori importanti. Sono dei valori cristiani ma anche umani. Capita talvolta che, quando una persona non sa pensare bene, possa scegliere strade sbagliate.
Gavino, Proto e Gianuario hanno dovuto pensare se la proposta che ricevevano era buona oppure cattiva. Con la capacità di pensare hanno saputo capire. Non hanno rinnegato Dio. Questo non è solo un frutto delle nostre capacità umane ma è un dono di Dio. A volte non basta solo riconoscere che delle cose sono buone, occorre anche poterle mettere in atto. In questo caso serve un altro dono: la fortezza. Quando si è deboli non si riesce a prendere pesi pesanti e quindi si ha bisogno di fortezza. Questa fortezza ce la dona Dio, e in modo particolare lo Spirito Santo. Proviamo un po’ a pensare: per noi è facile essere cristiani da soli? No. Abbiamo bisogno che Dio ci aiuti. E abbiamo bisogno anche dell’aiuto reciproco.
Ecco, vedete quanti bei doni oggi voi ricevete e noi cresimati abbiamo già ricevuto? Tra i doni c’è il saper pensare secondo Dio, con la sapienza di Dio. Voi ricevete il dono dello Spirito Santo in un’età importante, perché dovete fare tante scelte, dovete ancora crescere. Gesù non ci ha lasciati soli ma ci ha donato lo Spirito Santo perché noi abbiamo sapienza, amore di Dio, fortezza, consiglio e così tanti altri doni che sono necessari.
Per poter vivere la vita cristiana per tutti noi è necessario l’aiuto dello Spirito Santo. La comunità parrocchiale senza lo Spirito Santo non può crescere: la parrocchia ha bisogno dello Spirito Santo ma anche della nostra collaborazione. Voi ragazze e ragazzi, state mettendo in conto che fate parte della comunità parrocchiale? Gesù ha bisogno di ciascuno di voi per testimoniare il Vangelo, come aveva bisogno di Gavino, Proto e Gianuario. Pensate che ciascuno di voi che oggi riceve la Cresima ha un compito. Si tratta di scoprirlo, poi di capire, man mano che si cresce, e lasciarsi anche aiutare dai genitori, dalle catechiste, dal parroco, per capire qual è il posto di ciascuno nella Chiesa, qual è il proprio servizio nella Chiesa, qual è la testimonianza da dare. Il martirio non vuol dire necessariamente versare il sangue. Testimoniare vuol dire dedicarsi alla chiamata di Gesù.
Oggi c’è anche un altro aspetto che il Vangelo ci ricorda. I discepoli stavano conversando e avevano un po’ di difficoltà a capire ciò che Gesù diceva loro. Quelle difficoltà dei discepoli di allora possono essere le difficoltà dei giorni nostri, perché anche per noi non è sempre tutto facile. E allora ecco il dono dello Spirito Santo, che ci aiuta a capire le parole di Gesù. Nel Vangelo che abbiamo ascoltato a un certo punto interviene Gesù. Parlavano tra loro per stabilire chi sarebbe stato il più il più forte, ma il più forte in senso negativo, per stabilire chi dovesse primeggiare, esercitare il potere. E quindi Gesù cosa fa? Interviene e spiega loro che la via per essere grandi è la via del servitore, la via del servizio. Noi tutti siamo chiamati a pensare in parrocchia quale servizio il Signore mi chiede di compiere. Voi genitori avete un gran servizio impegnativo, quello di essere papà e mamme. I padrini e le madrine hanno un gran compito: accompagnare nella crescita i ragazzi e le ragazze. Le catechiste svolgono un altro grande servizio, come anche gli amministratori pubblici.
Tutti noi, il vescovo, i sacerdoti, siamo dei servitori. Oggi la parrocchia avrà, in modo ufficiale, una nuova figura, che già in quest’ultimo periodo ci stava aiutando: padre Salvatore Piredda. Ci vuole del tempo per preparare un parroco. E allora proviamo a pensare, ecco, a come servire le parrocchie. Questo è il cammino di conversione pastorale che stiamo vivendo. Il cammino sinodale che stiamo vivendo».
Infine l’Arcivescovo ha ricordato don Matteo Bonu, parroco della comunità di Sant’Anastasia in Tissi, che poco più di un mese fa è tornato alla Casa del Padre.
«La comunità di Tissi è fresca di visita pastorale. Io sono tanto grato a don Matteo, perché ha servito la parrocchia non ripiegandola sulle sue idee, ma nel cammino pastorale diocesano. Questo l’ho sottolineato anche il giorno della Messa delle Esequie. È molto importante che un sacerdote non rinchiuda la parrocchia su se stesso, ma la faccia camminare insieme alle altre parrocchie in comunione con il Vescovo, come il Vescovo è in comunione con il Papa e con il Collegio dei Vescovi. Ecco, quindi, incoraggio davvero tutti voi a proseguire insieme. Abbiamo salutato don Matteo, ma il cammino avviato non si interrompe, prosegue. E, anzi, incoraggio perché davvero ciascuno scopra come servire il Signore nella comunità. Padre Salvatore vi aiuterà sicuramente in questo, continuando i percorsi avviati e avviandone di nuovi rispetto ai bisogni che emergeranno».