Il vescovo Gian Franco incontra gli Insegnanti di Religione Cattolica
Martedì 27 agosto, nell’Auditorium Giovanni Paolo II, a Sassari, l’arcivescovo Gian Franco ha incontrato i docenti di religione per la consegna delle nomine per l’anno scolastico 2024- 2025.
Nel suo intervento l’arcivescovo Gian Franco ha detto:
«Questo momento non intende essere puramente formale ma desidera esprimere un incoraggiamento e anche un orientamento per la grande risorsa che siete voi insegnanti di religione cattolica nella scuola, sia nella scuola paritaria che nella scuola di Stato. Credo che veramente sia tanto importante, in un momento come questo, proseguire il cammino intrapreso insieme. Grazie perché in questi anni, sempre più progressivamente l’Ufficio Scuola Diocesano, in particolare il settore per l’IRC, è entrato e sta partecipando in forme differenziate al cammino pastorale. Lo sta facendo sia nell’ambito della scuola, con quello che è il vostro statuto epistemologico, quindi con l’identità di docenti, sia nel contesto di attività pastorali diocesane con la partecipazione attiva a progetti specifici, mettendovi a servizio, a disposizione nelle parrocchie nei gruppi e in altre attività. Per questo desidero ringraziarvi, incoraggiarvi e porre in evidenza la vostra vocazione.
Nell’ultima lettera pastorale, che vi invito a riprendere, l’ultima parte è interamente dedicata alla formazione delle leadership. Credo che voi siate una leadership, quindi sicuramente destinatari di una formazione, ma siete anche una leadership chiamata a generare nuove leadership. Voi avete un campo così ampio, così significativo – che è quello della scuola, il mondo dei bambini, dei ragazzi, dei giovani, di altri educatori – che può veramente favorire questo progetto. Per questo suggerirei che anche nell’anno scolastico alle porte, a livello di tematiche formative per l’Ufficio scuola, si possa sviluppare questa dimensione proprio in collaborazione con l’Accademia e chiaramente con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose. In questa prospettiva si colloca l’invito a promuovere alleanze educative. Questa è una pista, una via di lavoro, come nella Visita pastorale, ad esempio, nella quale ho potuto riscontrare questo lavoro di interdisciplinarità e di coinvolgimento. Le alleanze educative passano laddove si opera. Ci sono sì dei grandi trattati delle alleanze educative, ma poi ci sono le alleanze educative situate, posizionate laddove con altri colleghi, con altri formatori, altri educatori, si creano sinergie.
Credo che anche a livello diocesano la vostra presenza possa essere una via importante per generare queste alleanze educative. È una delle linee del cammino pastorale diocesano. Certamente qui subentra un aspetto professionale che, come sappiamo, deve essere sempre più eccellente nella professionalità. Ma vi è anche un aspetto vocazionale. L’insegnante di religione cattolica, come qualunque altro insegnante, non può perdere di vista che ha una vocazione. In modo particolare per voi la vocazione ha una duplice dimensione: è una vocazione cristiana che ha al centro Cristo, è una vocazione ecclesiale perché quell’idoneità che l’Ordinario diocesano indica ed esprime, non è un atto puramente burocratico o giuridico. Desidererei porre in evidenza in questo momento l’aspetto dell’ecclesialità e dell’appartenenza a una Chiesa diocesana. Comprendo che a volte bisogna spostarsi in altre diocesi, se non c’è una cattedra o ci sono altre esigenze legittime.
Tuttavia l’essere situati in un contesto e partecipare al cammino di una comunità diocesana non è un dato secondario. Voi non siete un mercato di docenti. Sarebbe davvero brutto ridurre a un mercato il mondo dei docenti: se ne toglierebbe la bellezza della vocazione. La vostra vocazione, come la nostra vocazione, è quella di persone chiamate a formare l’uomo del futuro, la persona umana del futuro. Questa altissima vocazione ci porta ad uscire da una logica mercantile e ad entrare nella logica della gratuità, della gratuità del servizio, al di là di quella che è la dimensione dell’essere dei dipendenti, che è un dato oggettivo. La gratuità nel servire, la dimensione vocazionale, lo stare dentro un dinamismo di una Chiesa credo che sia una grande ricchezza. Dentro il dinamismo della società questo dialogo è davvero tanto importante. Vi sono delle strutture diocesane che in questo momento pian piano si stanno ripensando in ambito educativo. Una è quella dove noi ci troviamo: il seminario diocesano. Il seminario si sta ripensando perché quella proposta che si poteva fare anche solo dieci anni fa oggi non è più proponibile al mondo dei ragazzi che voi incontrate, al mondo delle famiglie di oggi, perché senza un’alleanza con le famiglie queste nostre strutture, queste nostre istituzioni, sono molto condizionate. Lavorerebbero a metà, si lavorerebbe quasi forse in contrapposizione. Ecco, quindi, l’importanza di questa logica del progetto educativo, del patto educativo, della costruzione dell’uomo del futuro.
Un altro progetto che si sviluppa in diocesi e nel territorio è quello dell’Accademia, che non è per un’élite. La parola Accademia possiamo tradurla come forum pubblico di incontro, di dialogo, di condivisione. Questa Accademia ha due sfere, la Young Academy, che è portata avanti da alcuni, peraltro vostri colleghi, e l’Accademia, dove ugualmente vi è una presenza anche di vostri colleghi. Ma credo che tutto il mondo dell’IRC, per evitare divisioni, frantumazioni, contrapposizioni, sia chiamato a remare verso questa direzione. Bisogna poi riconoscere che non possiamo moltiplicare i progetti: non sono tempi per la moltiplicazione dei progetti. Dobbiamo puntare su alcuni, condividerli e portarli avanti ad un livello di eccellenza. Molti di voi hanno partecipato agli incontri spirituali con Padre Emilio Magaña, il quale ha parlato tante volte dell’eccellenza e si è soffermato sull’eccellenza per la causa del Vangelo.
L’altro importante itinerario che è nato è quello della Catechesi. Si è appena concluso il campo estivo dei catechisti, che ho visitato. Anche qui vi è una vostra presenza importante. Vi invito veramente a non fare il catechismo perché il parroco vi deve dare il bigliettino di buona condotta. Sarebbe una cosa un po’ brutta. Fare catechismo deve essere una vocazione. Ricorderete che all’arrivo in Diocesi dissi che è importante proseguire le vostre specializzazioni, le vostre competenze. E quello, ad esempio, è più il compito dell’ISSR, dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Mettersi dentro un dinamismo, un dinamismo vitale. Per questo vi invito a riprendere in mano l’ultima mia lettera pastorale, nella quale indico il progetto della riapertura del Collegio Mazzotti, cioè delle strutture universitarie, delle residenze universitarie. Uno studente e la sua famiglia hanno diritto ad avere anche una proposta con una peculiare matrice formativa.
E quindi anche sotto questo profilo davvero la vostra partecipazione può essere sotto tanti punti di vista molto importante. Quando parlo di patto educativo intendo anche il progetto educativo che va dall’età di zero fino ai 25 anni. No si devono frantumare le pastorali. Oggi non siamo più in un’epoca di cristianità dove ci si può permettere tutte le pastorali. Credo che dobbiamo cercare di percorrere delle vie con metodologie che pongono attenzioni specifiche, alcune piste base, alcune tavoli, dove ci si ritrova tutti insieme. C’è il legame con il mondo sociale. Vi è l’ambito pastorale diocesano connesso con la pastorale sociale del lavoro. Chi più di voi agisce dentro le dinamiche sociali? Ecco, credo che anche questa sia una pista da riscoprire insieme alle buone pratiche di educazione al servizio con la Caritas.
Un Ufficio scolastico diocesano ha un risvolto oltre che tecnico anche pastorale. In buona sintesi questo è l’impegno che all’inizio del nuovo anno scolastico desidero affidarvi: pensiamo ad un incontro con gli studenti. Sarebbe bello organizzare un’inaugurazione dell’anno scolastico coinvolgendo tutti gli studenti per un momento celebrativo. Non è detto che debba essere in una chiesa; potrebbe essere in uno spazio capiente, ampio, che contenga i ragazzi. Sarebbe bello che il Vescovo possa incontrare gli studenti.
Infine vi invito a considerare le opportunità che potrebbe offrire l’Accademia. Non solo la Young Academy ma gli stessi Dipartimenti dell’Accademia possono promuovere delle iniziative, dei progetti in vari ambiti da proporre alle Istituzioni scolastiche. Riscontro in proposito grande disponibilità da parte dei Dirigenti scolastici. Bisogna certamente proporre approcci che siano rispettosi delle normative. Questo consentirà a tutti di poter agire con serenità.
Vi auguro un buon anno scolastico, vi ringrazio per il vostro servizio, vi incoraggio ad andare avanti e a coltivare anche la vita spirituale».