Una Chiesa in cammino: la missione dei catechisti nella Gioia del Vangelo
Venerdì 23 agosto l’arcivescovo Gian Franco è intervenuto al Corso diocesano estivo di formazione per Operatori pastorali della catechesi “Verso la gioia del Vangelo” promosso dall’Ufficio Catechistico diocesano in collaborazione con Fondazione Accademia. Relatore del corso, svoltosi nella Parrocchia di San Giovanni Bosco, don Maurizio Mirai.
Nel suo intervento, l’arcivescovo ha detto:
«Ringrazio tutti voi per essere qui. Quando si partecipa a delle attività di formazione, di appuntamenti, di accompagnamento della pastorale diocesana è un po’ come ricevere un incarico per una missione. La finalità è infatti quella di fare ponte con la comunità parrocchiale e dalla zona pastorale dalla quale si proviene, con il proprio parroco e le proprie colleghe di catechesi. Quindi c’è una vera e propria missione. Mi fa piacere vedere un gruppo rappresentativo di diverse età; la presenza di religiose è importante.
Partirei dal titolo che abbiamo dato a questo appuntamento:“Verso la gioia del Vangelo”. Questo titolo esprime bene l’idea del cammino. Siamo chiamati infatti ad essere una Chiesa in cammino e ad esserlo in modo anche sinodale, cioè ad apprendere l’arte di camminare insieme. In questo i catechisti hanno un ruolo chiave: sono una delle chiavi di volta affinché le parrocchie non vivano chiuse in loro stesse. Ci si potrebbe domandare, a tal proposito:chiuse in loro stesse rispetto a chi? Rispetto alla Chiesa particolare.
La parrocchia è una cellula nella quale si esprime la Chiesa particolare dove si ritrova. Ecco il percorso concreto nella Chiesa particolare. Ma quella parrocchia senza riferimento alla Chiesa particolare, come ci insegna l’Evangelii Gaudium, è una Chiesa non pensante e sarebbe una parrocchia povera. Nell’Eucaristia che noi celebriamo diciamo: “in comunione con il nostro Papa Francesco e con il vescovo”. C’è un volto peculiare della Chiesa.
Abbiamo terminato proprio ieri un Campo di formazione e di fraternità con i giovani sacerdoti e i giovani seminaristi. Uno di loro ha domandato: “Ma questa che cos’è? È formazione o pastorale?” Io gli ho risposto: “Ma che cos’è la pastorale? C’è una divisione? C’è una scissione?
Devo dire che a me fa riflettere che dei giovani, dopo sessant’anni dal Concilio Vaticano II, dopo studi di testi sul Concilio, mi pongano questa domanda. Questo vuol dire che manca il fondamento e se manca questo fondamento nelle azioni concrete e in quelle pastorali non si produce. Quindi, ecco, vedete, questa è un’esperienza di Chiesa, di Chiesa che ha una dimensione di formazione.
Noi stiamo vivendo oggi un appuntamento ecclesiale, una tappa del cammino ecclesiale, un servizio: proprio come quando voi catechisti state con i bambini, con i ragazzi. Ecco, quindi, saper mettere insieme Formazione e Pastorale, credo sia molto importante. Viviamo questo alla luce della gioia del Vangelo.
Scoprire che il Vangelo porta la gioia, dona la gioia. Questo ci interpella sui metodi anche di evangelizzazione, i metodi di catechesi, sul nostro approccio agli altri nella missione. Quindi la parola “accompagnare”, e qui in modo specifico, in una fase peculiare o in un’esperienza peculiare come l’iniziazione cristiana, è altresì importante. Due sono i focus: uno è il metodo dell’accompagnare, l’altro è il percorso dell’iniziazione cristiana.
Vi ringrazio di vero cuore perché siete una presenza preziosa di questo servizio di accompagnamento, di questo processo di evangelizzazione».