Bancali: celebrazione Eucaristica con l’amministrazione del sacramento della Confermazione
Sabato 11 maggio l’arcivescovo Gian Franco Saba ha presieduto la Celebrazione Eucaristica con l’amministrazione del sacramento della Confermazione nella parrocchia di San Gavino Martire a Bancali.
Nell’omelia, rivolgendosi direttamente ai cresimandi, l’arcivescovo ha detto:
«Oggi voi sperimentate la fedeltà di Dio attraverso la grazia dello Spirito Santo. Dio promette dei doni che ci dà per la nostra gioia. I doni di Dio, appunto, ci vengono dati perché la nostra vita sia nella vera gioia. Vivere nella gioia si può, grazie allo Spirito Santo. Man mano che si cresce e che si va avanti, tutti noi ci ricordiamo che abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo perché la nostra vita sia veramente felice. Quello che chiediamo al Signore è che lo Spirito Santo ci aiuti a diventare e restare persone di fede anche con il passare del tempo, a risvegliare la nostra vita a una relazione con Dio, con Gesù. Ecco, questo è molto bello. Questo vale per voi, ragazzi, ma anche per le persone adulte.
Oggi noi celebriamo anche l’Ascensione. Gesù, come ci ricorda il Vangelo, apparve agli uomini e poi dà loro un compito, un mandato: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. Ecco perché è importante che noi riceviamo il dono dello Spirito Santo. Quando Gesù dice questo, i discepoli hanno ricevuto lo Spirito Santo per avere la forza di compiere l’evangelizzazione. La presenza del vescovo, nel giorno delle Cresime, è il segno sacramentale della presenza di Gesù che vi dona lo Spirito Santo. Noi oggi ci incontriamo uniti nella fede.
Viviamo la missione di Gesù, che è quella di donare lo Spirito Santo. Vale la pena spendere la vita per questa missione. Gesù, in questa missione, ci dice che Lui ci consente di poter essere suoi testimoni. Questa è la missione che affida alla Chiesa: testimoniare il Vangelo. E dopo questo mandato Gesù siede alla destra del Padre. Gesù è vicino a noi. A volte può capitare di pensare che Gesù è lontano, di non vederlo. Poi invece Lui si fa sentire, e comunica quali sono i modi per farsi presente. I segni della presenza di Dio schiacceranno i demòni, cioè il male. Gesù cosa fa? Ci libera dal male come recitiamo nella preghiera del Padre nostro. Poi Gesù, riferendosi ai discepoli, dice: “parleranno lingue nuove”. Questo è un altro segno della presenza di Gesù che ci aiuta a entrare in dialogo con tutto il resto del mondo e quindi ci aiuta a rendere il Vangelo vicino ad ogni reale creatura.
Lo Spirito Santo è dato proprio per aiutarci a non dimenticare che la chiamata viene da Gesù, cioè è una chiamata importante. Allora lo Spirito parlava attraverso gli Apostoli, oggi vi parla attraverso la Chiesa di Sassari. Ascoltare il vescovo allora è un comandamento che viene da Gesù e non un’invenzione umana, è un atto di fede. Ecco perché è importante che nella Messa voi preghiate sempre anche per la Chiesa.
Ricordiamoci che la Chiesa è un dono di Dio. Il mistero della Chiesa va al di là degli anni nostri, delle pareti, delle mura, delle persone del momento. La Chiesa è un dono. Noi siamo un popolo.
Come abbiamo sentito nella Seconda lettura, San Paolo esorta la comunità di Efeso all’umiltà, alla dolcezza, alla grandezza d’animo, alla sopportazione reciproca. Proponiamoci di diventare una Chiesa unita nell’amore e nella pace.
Oggi, donandovi il grande dono dello Spirito Santo, vi auguro di essere davvero messaggeri di Gesù, annunciatori del Vangelo. In tutto il mondo, ovvero in tutte le realtà che si incontrano.
Nella seconda lettura rivolta alla comunità di Efeso l’Apostolo invita a riscoprire la vocazione di una Chiesa che vive l’unita, la concordia nella fede. Anche oggi il vescovo nella successione del mandato apostolica vi esorta in modo analogo. Questa è anche l’esperienza del sinodo, della conversione pastorale nella quale ci siamo incamminati».