Il compito dei facilitatori: aiutare a rileggere gli Atti nella Chiesa-casa
Sentivamo dentro di noi che dovevamo fidarci di quell’invito a intraprendere l’esperienza di facilitatori di mini comunità di discepoli missionari, nonostante dubbio e senso di inadeguatezza affollino immediatamente i pensieri e quanto di umano c’è nell’anima, quando si prospetta innanzi a te una situazione nuova. Ma «lo Spirito sblocca gli animi sigillati dalla paura. Vince le resistenze» E così, quasi inaspettato, affiancati, passo dopo passo, dai fratelli del Centro pastorale diocesano, è iniziato un percorso fatto di formazione in presenza, per l’uno, e, on-line, a causa degli impegni di lavoro, per l’altra, di ricezione del materiale, messo a disposizione per l’approfondimento personale trasformatosi in preghiera in un momento di conoscenza di tutti coloro che sarebbero stati facilitatori. E nonostante la conoscenza, in tempo di pandemia, possa avvenire solo attraverso il telefono, la voce che arriva dall’altro capo ha il timbro amichevole della fraternità «Perché la fede arde nell’intreccio di nuove storie personali, comunitarie e sociali dai molti volti».
Tra di noi ci confrontiamo e riflettiamo su come provare a facilitare al meglio l’incontro di mini comunità che abbiamo vissuto lo scorso sette marzo, a Sorso, nella parrocchia di San Pantaleo, nella Comunità Giovanni XXIII, dove siamo stati accolti con affetto da don Luca e Antonello. Qui abbiamo conosciuto anche Michela, Giovanna, Margherita, Pino e Rachele. Dopo esserci collegati su Zoom, con il Centro Pastorale, per il saluto iniziale di monsignor Marco Carta, abbiamo iniziato il nostro incontro con l’accensione della lanterna e la preghiera di invocazione. Quindi la lettura degli Atti degli Apostoli e, proprio come un tempo si faceva attorno al focolare, così anche noi attorno alla luce della lanterna, abbiamo aperto il nostro cuore, la nostra mente e la nostra volontà. Risuonano così racconti di vita di fede che rimbalzano dall’uno verso l’altro e i fili delle nostre esistenze si intrecciano, come a tessere una tela, ritrovandoci ognuno in ciascuno, perché la difficoltà di riconoscere il Signore nella vita di tutti i giorni, le incertezze del presente, la nostalgia della vita comunitaria in questo tempo di chiusura, la voglia di riprendere un cammino di fede perché la Chiesa sia di nuovo casa e non più solo Chiesa, sono gli stessi a Sorso come a Sassari. Riscoprire che la tua fede ha un volto, quello delle persone che Dio ha messo sulla tua strada, quello della mamma, del nonno, del marito o dei ragazzi con cui lavori, disarma a tal punto da rigare il tuo di lacrime. Si fa sera ma in comunione è bello, quasi non ce ne accorgiamo. Sperimentiamo davvero che «la missione nasce nell’intreccio tra Parola e Spirito, tra dono e preghiera, in una comunità la cui interiorità è plasmata da queste realtà divine. Non appartiene al genere dei prodotti preconfezionati. Nasce da dentro».
Giorgia Piga e Gino Arca Sedda
Articolo pubblicato sul Settimanale Diocesano “Libertà”