Il coraggio e la pazienza dei risorti
ANNO A – DOMENICA DI PENTECOSTE
At 2,1-11 | Sal 103 | 1Cor 12,3b-7.12-13 | Gv 20,19-23
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Siamo risorti, dentro una vitalità che si riappropria con pazienza di spazi d’ombra e di tempi morti, cicatrici della pandemia che lentamente retrocede. Il Signore «mostrò loro le mani ed il fianco» e i discepoli possono riconoscervi le tracce di una scelta difficile, indubitabile e permanente che conferma come l’Amore abbia governato e sottomesso ogni attimo della Passione. Noi non abbiamo fori sui palmi, ma guanti indossati che trattengono lo scambio della «pace» cui eravamo abituati; non abbiamo ferite nel costato, ma nel petto non si spegne il dolore di un dramma che ci ha colpiti e travolti tutti. In tanti modi possiamo trasferire nell’oggi le parole che il Vangelo fa riecheggiare nella Solennità della Pentecoste, da una liturgia che ha nella celebrazione la propria sorgente-apice e che supera tempo e spazio per trasformare ogni aspetto, anche quello più trascurabile, della vita: adesso «Ricevete lo Spirito Santo». Restano nodi da sciogliere perché siamo definitivamente liberi; luoghi e persone da raggiungere perché nessuno si senta più abbandonato; linguaggi e strategie da imparare perché il silenzio e le bugie si diradino in favore della Buona Notizia, da diffondere. «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi»: era vero ieri, succede oggi, si realizzerà domani, anche grazie a noi.