Pasqua in fase-2: risorti, inviati e figli
ANNO A – V DOMENICA DI PASQUA
At 6,1-7 | Sal 32 | 1Pt 2,4-9 | Gv 14,1-12
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Il capitolo tredicesimo apre la seconda parte del Vangelo di Giovanni ed inizia un lungo ed intenso racconto degli ultimi insegnamenti di Gesù. È questo il punto da cui la Quinta domenica di Pasqua ci chiede di ricordare le Sue parole, dopo aver celebrato i giorni della Risurrezione nella luce nuova che illumina quel discorso: non possiamo leggerlo come se non sapessimo o interrogarci come se le domande dei discepoli fossero uguali alle nostre. Noi sappiamo già: «via, verità e vita» non sono un indovinello, ma il terreno su cui si verifica la vita che conduciamo, la verità che cerchiamo e la via che abbiamo intrapreso, mentre il Risorto affianca verso Emmaus i fuggitivi «stolti e lenti di cuore» ed invia a Gerusalemme chi ha un cuore che arde per la sua Parola. «Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste». È la fase-2 della Pasqua, estesa dal Risorto ai risorti, dall’Inviato agli inviati, dal Figlio ai figli. Opere «…più grandi di queste» è la frase che rivela un Gesù che per primo si fida di noi e un Dio che pone in noi le sue migliori aspettative. Già dal racconto dell’incredulo Tommaso, dopo la Pasqua, il Signore ci aveva parlato: «beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Ora è il momento di dimostrare che aveva ragione.