Il prezzo della solitudine
ANNO C – XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Qo 1,2:2,21-23 | Sal 89 | Col 3,1-5.9-11 | Lc 12,13-21
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
«Padre» risuonava domenica scorsa nel Vangelo, invece questa volta Luca inizia presentando il caso di una richiesta su un’eredità: un padre è morto e i due figli si contendono dei beni, chiamando in causa l’intervento di Gesù. È lo sfondo da cui trae la propria logica una parabola, che però porta come esempio un caso diverso, cioè l’imminente morte di un uomo stolto e senza eredi: «e quello che hai preparato di chi sarà?». Quale elemento accomuna i due casi? Forse una frattura, un’interruzione di cui la morte non è causa immediata ma occasione di rivelazione: non ci sono legami umani “superstiti” che possano tenere insieme e dare senso alle cose. Un padre non c’è più e presto i fratelli si divideranno a causa del lascito; un altro, un uomo ricco di solitudini, sta per scomparire dentro un vuoto “aureo”. Per capire le parole del Signore non fermiamoci a discutere di beni materiali, ma cerchiamo nello spazio tra due persone, nelle relazioni possibili, la «vanità» di cui parla anche Qoelet. Il mondo ci interroga di continuo sul valore delle cose, ogni giorno: «Quanto costa? Cosa ci guadagno? Quanto spendo, investo, risparmio?». Invece diamo per scontata la presenza degli altri, sino ad annichilirla nella pre-morte dell’indifferenza, dell’abitudine dell’ovvietà. E torna subito alla mente: «Mi ami tu? Mi ami tu? Mi ami tu?».