I morti seppelliscono morti
ANNO C – XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
1Re 19,16.19-21 | Sal 15 | Gal 5,1.13-18 | Lc 9,51-62
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Quando abbiamo la possibilità di ammirare un’opera d’arte o di apprendere una nuova scoperta scientifica, non possiamo non ammettere che proviamo un sentimento di rispetto misto a soddisfazione, cioè che ci sentiamo piacevolmente coinvolti, anche solo da semplici spettatori; eppure quell’opera non è nostra proprietà e quella scoperta non produrrà effetti immediati nella nostra vita. Uno scienziato riconosce subito, un artista lo sa bene: niente di meraviglioso scaturisce “dal nulla”, perché tutto poggia su scoperte precedenti, si confronta con l’arte del passato. Eppure un’opera non perde la sua originalità, né una scoperta la propria autonomia nel riconoscere di essere frutto di un processo più lungo di una genesi immediata, di avere radici lontane nella creatività e nell’intelligenza di altri “sconosciuti”. Quelli sono i “maestri”! Oltre a quelli “eterni”, esistono però gli insegnamenti “morti”: nulla si può aggiungere, non si può rinnovare, ogni cosa si deve ripetere uguale a se stessa, oppure “non è”! L’autorità invece è un dono, che si trasmette da un uomo all’altro, ma che non distrugge l’originalità di nessuno: ogni uomo è unico e irripetibile, ogni vita trae dalla vita altrui la propria sapienza e la rielabora, talvolta anche migliorandola in contesti impensabili. Anche la Fede è così: il Vangelo “migliora” con noi. Tu «Va’ e annuncia il regno di Dio».