Fede, poca acqua e poca farina
ANNO C – SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO
Gn 14,18-20 | Sal 109 | 1Cor 11,23-26 | Lc 9,11-17
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Una moltiplicazione è tra i più famosi episodi dei Vangeli, pani e pesci miracolosamente non finiscono più: da quasi-zero a dodici ceste di avanzi, dal vuoto disperato del deserto alla folla degli uomini sazi. Ma il “trucco” dov’è? Proviamo un ragionamento parallelo: lo stipendio mensile di un operaio che lavori in un paese ricco (Australia) equivale alla somma degli stipendi di 125 operai in un paese povero (Bangladesh). Molte sono le variabili che entrano in gioco se vogliamo esprimere un giudizio su questo paragone economico, meglio limitarci al puro dato… che certamente ci parla di “valore”, di “contesti”, di “bisogni” e di “giustizia”. Ma cosa c’entra tutto questo con il Corpo e Sangue del Signore? E con me? Semplice: quanto vale per un credente l’intera persona di Cristo nell’Eucaristia? Quale ragionamento di valore-contesto-bisogno-giustizia è capace di suscitare quell’immensa ricchezza che è poca acqua e poca farina, unite a tanta fede? Per chi si affida al Signore, tutta la realtà assume un valore trasformato: un dolore non è solo un’esperienza di limite, un amore non è mai solo una gioia privata; al talento non corrisponde la mera affermazione di sé, alla reperibilità delle risorse non è affidato il successo o il declino del mondo. E il poco di me, che valore ha davanti all’abbondanza di Dio?