Come una spada a doppio taglio
ANNO C – II DOMENICA DI QUARESIMA
Gen 15,5-12.17-18 | Sal 26 | Fil 3,17-41 | Lc 9,28-36
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Il percorso che la Sacra Scrittura ci propone oggi è ricco di temi, richiami, spunti: il genere apocalittico, le teofanie, il rapporto tra profetismo e toràh, l’Alleanza, l’Esodo, l’identità di Gesù… di solito semplifichiamo troppo questo episodio e finiamo col ridurre la Trasfigurazione ad una sorta di “trailer” della Risurrezione (feat. Mosé ed Elia), per utilizzare un linguaggio moderno. La Trasfigurazione è un evento unico nel suo genere: trattarlo con leggerezza ci accomunerebbe all’ingenuità di San Pietro, che “non sapeva quello che diceva”. Per non correre rischi, si può provare a concentrare l’attenzione sul verbo che -a differenza del Battesimo nel Giordano- conclude la frase con cui la voce del Padre squarcia la nebulosità dello straordinario incontro tra buio e luce: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo”. Nella prima lettura anche Abram assiste ad una visione dominata dalla voce di Dio, che pone un sigillo all’Alleanza. Oggi, anche per noi non è la “visione” il punto centrale, ma il “suono”! Se vogliamo mettere a frutto questo esodo quaresimale, dobbiamo lasciare che la Parola di Dio ci “divida” in due come una spada, quasi come nell’antico sacrificio, per educarci a “vedere con il cuore” quello che alla vista inevitabilmente sfugge: è questa la Fede.