Un volto da riconoscere
MARIA SS.MA MADRE DI DIO
Nm 6,22-27 | Sal 66 | Gal 4,4-7 | Lc 2,16-21
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Molte espressioni della Liturgia di oggi ripetono un’insolita richiesta: il desiderio che il volto di Dio risplenda per gli uomini, sugli uomini, negli uomini. Non è strano che un credente preghi Dio di manifestare la sua grandezza, potenza e gloria come “segno” di presenza, di vicinanza e d’amore; ma perché chiederne il “volto”? E soprattutto, è possibile che questo si mostri a noi? Nella maternità divina di Maria, per tanti motivi impossibile o inammissibile, c’è la chiave di questo controverso anelito che dall’Antico Testamento attraversa le pagine della Sacra Scrittura: Dio sceglie di assumere un volto umano, lo riceve scandalosamente da una donna, non da un demiurgo, un teologo o un artista. Si presenta con un DNA che non lo differenzia dalla sua creatura più amata. Eppure esistono ancora “cristiani” che cercano quel viso nei pezzi di legno, nelle forme incoerenti delle nuvole, in macchie d’umidità, in intonaci scrostati, in aloni sbiaditi di brutte foto. Ma è nell’uomo, in ogni uomo, che quel volto chiede di essere cercato, riconosciuto e celebrato. Se dall’antichità avessimo avuto un identikit di Gesù, forse oggi ne cercheremmo improbabili sosia! Invece non abbiamo immagini, solo l’indicazione di uno “stile”, di un “cuore” che ce lo possa far incontrare: quello dell’Uomo.