Il “nostro” frutto benedetto
ANNO C – IV DOMENICA DI AVVENTO
Mi 5,1-4 | Sal 79 | Eb 10,5-10 | Lc 1,39-48
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Una citazione esplicita del Salmo 40 apre il brano della Lettera agli Ebrei e rivolge all’Assemblea liturgica un’espressione per cui il Natale alle porte può assumere un’insolita sfumatura: “un corpo mi hai preparato”. Certamente il riferimento è alla gravidanza della Beata Vergine Maria, ma non si possono escludere almeno altre due “preparazioni”: quello del corpo “mistico” -che è la Chiesa- e quello del corpo “sacramentato” -che è l’Eucaristia. Questo significherebbe che una misteriosa Visitazione si ripete quotidianamente, quando da una “convocazione” si origina il miracolo della celebrazione della Messa! Di sicuro ci vuole suggerire che il sussulto intimo di Elisabetta avrebbe diritto d’essere il sentimento più comune nella nostra esperienza di Dio e che ogni cristiano è chiamato a riscoprire ogni giorno di essere “beato” perché “ha creduto”. Infatti tutti i battezzati prendono realmente parte alla “preparazione” del Corpo che Dio si è scelto per rinnovare e mantenere sperimentabile nella storia la propria presenza; allo stesso modo ogni fedele ha nel proprio DNA spirituale la “gioia” come carattere dominante della propria esistenza nel mondo. Ricordarlo a Natale è cosa buona, ma non ci dispensa dal voler “sussultare” tutte le volte che ci rendiamo conto di essere membri della Chiesa.