Messaggio dell’Arcivescovo per il Giubileo della Vita Consacrata
Nella Messa della Presentazione del Signore, il 2 febbraio scorso, Giornata, Giubileo e Chiusura dell’Anno della Vita Consacrata, Mons. Paolo Atzei ha fatto convergere questi tre richiami sul tema “Profeti e testimoni di misericordia”.
Profeti, perché partecipi, con tutto il popolo di Dio, del profetismo biblico, significato dal radicalismo, dall’intimità con Dio nel silenzio della preghiera, dentro il suo eterno presente. E tutto ciò con l’autenticità e la credibilità dei testimoni che incarnano il Vangelo e lo riesprimono nella bellezza e nello splendore dei molti carismi ispirati da Dio e vissuti nei vari contesti storici, nella stessa condizione di vita povera, verginale, obbediente, che fu di Cristo, e nelle più disparate situazioni esistenziali.
Come ricorda e desidera Papa Francesco, soprattutto nelle “periferie esistenziali”, stando accanto e lavorando a favore dei piccoli, dei poveri, di ogni genere di bisognosi, degli stessi ‘lontani’ da Dio.
Si può dire che i Santi Fondatori e Fondatrici di Istituti religiosi e secolari, siano stati, o almeno abbiano lasciato, tracce inconfondibili di profezia e di testimonianza della divina Misericordia.
Anche la nostra Chiesa ha potuto e tuttora può ammirare pagine vive di Vangelo incarnato come misericordia, ossia come opera e opere di misericordia.
Anche per questo segno e strumento che sono i Consacrati e le Consacrate, quali profezia testimonianza di misericordia, Dio continuerà a salvare il mondo.