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“Nel Cristo crocifisso contempliamo il mistero dell’umiltà di Dio”

Venerdì 7 aprile l’Arcivescovo Gian Franco ha presieduto l’azione liturgica del Venerdì santo nella cattedrale di San Nicola. “Pilato – ha ricordato nell’omelia – fece porre un cartello con una iscrizione: Gesù il Nazareno, re dei Giudei. Fu identificato così. Molti dei Giudei, ci ricorda l’evangelista, lessero questa iscrizione ma i capi dei sacerdoti contestarono a Pilato questo tipo di dicitura. Mi pare che l’evangelista ci porti al cuore del mistero di colui che si trova sulla croce. La vita di Gesù è segnata dal mistero del riconoscimento come Messia, per operare i segni di liberazione che il Messia promesso e atteso avrebbe dovuto portare. Anche a noi si pone questa domanda: chi è Gesù crocifisso? Chi vediamo noi nel Cristo crocifisso? Il problema della confessione di fede di Gesù come il Signore, come Figlio di Dio è ciò che determina la nostra vita: non poteva esserci nulla di più umiliante che finire sul patibolo della croce. Apporre su quel patibolo il cartello con un riferimento regale non corrispondeva ai progetti di coloro che attendevano un Messia forte, un Messia potente”.

“Oggi – ha aggiunto – la Chiesa ci fa contemplare questo grande mistero del Maestro crocifisso. Egli fu esposto a un fallimento pubblico e i discepoli, come abbiamo ascoltato nella narrazione della Passione, vissero con sconforto la condanna a morte del loro Maestro. Avvenne un loro un profondo senso di frustrazione e la domanda: perché Dio ha consentito questo? Perché Dio ha scelto questa via? Questo è il grande mistero dell’umiltà di Dio – ha ricordato l’Arcivescovo – che è stoltezza per le valutazioni umane ma è la Sapienza di Dio attraverso la quale Egli conduce alla luce della risurrezione”.

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