“La sinodalità nasce dalla diversità delle esperienze”
Lunedì 23 gennaio la chiesa di San Francesco a Ittiri ha ospitato il primo incontro interparrocchiale della visita pastorale che vede coinvolte le comunità di Ittiri e Usini. L’appuntamento, dedicato al settore della liturgia, è stato molto partecipato. Dopo un momento comunitario di preghiera, l’Arcivescovo Gian Franco ha voluto ascoltare i rappresentanti dei vari gruppi che hanno preso parte all’incontro. Presenti delegati del coro parrocchiale e della confraternita di Santa Croce di Usini, del coro parrocchiale, della Comunità Gesù Risorto, del Terzo ordine carmelitano e delle Guardie d’onore del Sacro Cuore di Gesù della parrocchia di San Pietro in Vincoli di Ittiri. Per la comunità della chiesa di San Francesco presenti i rappresentanti del coro parrocchiale, dei lettori, dei ministri straordinari dell’eucarestia, del Terzo ordine francescano, dell’Azione Cattolica, del gruppo interparrocchiale Santa Rita, del gruppo di preghiera di Padre Pio, di un gruppo nascente che si propone per la preparazione della liturgia domenicale. A moderare l’incontro e a presentare i vari gruppi presenti i tre sacerdoti delle parrocchie coinvolte: don Antonio Piga, don Gerolamo Derosas e don Luigi Usai che ha fatto gli onori di casa.
“Ciò che mi viene in mente, stando qui insieme a voi, è che la Chiesa è un popolo dai tanti volti proprio come ci ricorda Papa Francesco. L’incontro di questa sera – ha detto l’Arcivescovo – ci mette in evidenza come il popolo di Dio cammini insieme ma con esperienze diverse. Ritrovarsi con tutte e tre le parrocchie e per giunta di due centri abitati è un segno molto importante, una Grazia che stiamo vivendo. La visita pastorale incoraggia e sostiene momenti di questo tipo. Questo è il sinodo. Un altro aspetto emerso dalla conversazione avvenuta questo pomeriggio è legato alla mancanza, talvolta, di giovani nei gruppi parrocchiali. Il Papa invita a incoraggiare, a trasmettere la fede e noi dobbiamo impegnarci a farlo. La sfida più grande è quella di comporre le diversità davanti a una società così divisa e frantumata. Nella diversità delle esperienze, all’interno dei singoli gruppi, deve esserci una sinodalità. Occorre continuare in questa dimensione”, l’invito conclusivo.