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Ordinazione diaconale di Salvatore Bulla e Simone Manca

Martedì 27 dicembre la cattedrale di San Nicola ha ospitato la solenne celebrazione eucaristica per l’ordinazione diaconale di Salvatore Bulla e di Simone Manca. L’Arcivescovo Gian Franco, che ha presieduto l’eucaristia, si è rivolto ai due candidati durante l’omelia. “Gli anni della vostra formazione – ha detto – sono stati un tempo proficuo per approfondire il dono che oggi voi ricevete. Ma voi oggi costituite per ciascuno di noi un invito per entrare sempre più nella consapevolezza del mistero di grazia che abbiamo ricevuto. L’Arcivescovo ha ricordato che i due candidati provengono da percorsi molto differenti, Simone entrato da ragazzo nell’itinerario Seminario diocesano, Salvatore ha svolto un’esperienza di studi presso l’Università statale, dove ha frequentato il movimento di Comunione e Liberazione, e successivamente ha vissuto una tappa nel Seminario diocesano e negli altri centri di formazione. Il fatto che siano giunti insieme all’ordinazione diaconale, ha detto l’Arcivescovo, “permette di scoprire che il Signore chiama e accompagna in forme differenziate la maturazione dei doni a beneficio della Chiesa. La liturgia che celebriamo in questo tempo – ha aggiunto – ci aiuta a scoprire la dimensione mistica della vocazione che voi avete ricevuto e la figura dell’apostolo Giovanni, la cui festa oggi la liturgia ci propone ci introduce profondamente sul senso di una vita spesa per l’annuncio del Vangelo”.

Nel commentare le letture, l’Arcivescovo si è soffermato sul verbo “ascoltare”, termine che ricorre ben 14 volte nella Lettera di Giovanni. “In questo tempo di Natale – ha detto – Maria rifulge a noi come l’ancella del Signore che ha ascoltato con umiltà la parola del suo Signore. L’apostolo Paolo sottolineerà che “Fides ex auditu”,  la fede nasce dall’ascolto. Si tratta di un ascolto di Dio medianti i segni della sua parola che sono la predicazione e l’ascolto delle scritture. Una dimensione che il ministero diaconale è chiamato a rendere costantemente visibile e tangibile nella Chiesa. Servizi quindi ben altro che transitori, ben altro che preparatori a un ministero di grado superiore – ha rimarcato -. Tali servizi costituiscono una realtà essenziale del mistero e della missione della Chiesa”.

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