Padre nostro, “Padre davvero”
ANNO C – XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Gn 18,20-21.23-32 | Sal 137 | Col 2,12-14 | Lc 11,1-13
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Esistono parole che esprimono concetti astratti ed altre che possono condensare intere esperienze di vita. Quando pronunciate, alcune rimangono altere e immobili come icone da ammirare, altre si aprono come fossero un intero racconto. Ce ne sono certe che appartengono a pochi esperti che le custodiscono rare e preziose, altre parole con semplicità esistono e sono per tutti. Ad ogni contesto corrisponde un tipo di linguaggio e ad ogni insieme di parole corrisponde una categoria di persone… più o meno è così. Quali scegliere e quali ci rappresentano meglio quando si tratta di Dio, del nostro comunicare con Lui e del nostro comunicare Lui? La Rivelazione si presenta a noi come Parola e le nostre parole -soprattutto in questo- rivelano molto di noi e noi. «Padre» è la scelta del Verbo Incarnato per noi su Dio, ma cosa implica? Ci sono parole che sussurrano mondi interiori e privatissimi, altre che urlano in piazza all’unisono, ma «Padre» è tutto insieme: parte dall’esperienza personale e la supera cercando l’universale, talvolta nella gioia dell’amore più profondo e pulito, talvolta nel dolore oscuro dell’abbandono più incomprensibile. «Padre» può raccontare ogni uomo e ogni possibilità, oppure è infinito stordito silenzio da interpretare e provare a tradurre. È una Parola perfetta… come anche «Madre». Ed è di Dio e NOSTRA.